Michetti presenta il programma. Zeppo di frasi fatte e luoghi comuni. Dai rifiuti ai trasporti, tante parole e zero soluzioni. La cura per Atac: rinnovare i bus. Già fatto dalla Raggi

Ha avuto più tempo di tutti ma a Michetti sembra non essere bastato per creare un programma dettagliato e capace di fare breccia nel cuore dei romani.

Michetti presenta il programma. Zeppo di frasi fatte e luoghi comuni. Dai rifiuti ai trasporti, tante parole e zero soluzioni. La cura per Atac: rinnovare i bus. Già fatto dalla Raggi

Ha avuto più tempo di tutti ma sembra non essere bastato per creare un programma dettagliato e capace di fare breccia nel cuore dei romani. Così dopo il mistero della pubblicazione a rilento dell’atto, avvenuta soltanto martedì anche se il candidato sindaco Enrico Michetti in quell’occasione ha spiegato che “era stato regolarmente depositato presso la casa comunale” venti giorni prima, ora a far discutere è l’indeterminatezza della proposta in esso contenuta.

Suddiviso in venti punti (qui il documento integrale) che affrontano le diverse tematiche o forse sarebbe meglio dire lo scibile umano, tanto che si va dai rifiuti alla lotta alle dipendenze e fino alla tutela degli animali, l’atto non si distingue di certo per proposte concrete. Certo ci sarà tempo, in caso di elezione, per passare dalle parole ai fatti, però non si può che notare come molte proposte siano lasciate appese. Se Virginia Raggi in fatto di trasporti ha le idee chiare e parla di Pums (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile), il “Tribuno del popolo” racconta che intende realizzare “opere sobrie, realistiche e fattibili, senza rincorrere gli eterni grandi piani, virtuali e inattuabili”.

Quali possano essere le infrastrutture di mobilità pensate per Roma, ovviamente non lo chiarisce. Non va meglio neanche quando affronta il nodo Atac che Michetti vorrebbe “rilanciare” anche attraverso “collaborazioni, partecipazioni o sinergie industriali di settore per ridare competitività all’azienda e assicurare servizi di qualità e margini”. Per riuscire in questo nobile intento vuole assicurare “più comfort col rinnovo progressivo della flotta obsoleta”, con quest’ultima che non sarà sterminata visti i 900 nuovi autobus messi in strada dalla Raggi.

Ma il Mr. Wolf di Giorgia Meloni si supera su Atac con quello che appare come un gioco di prestigio perché da un lato intende facilitare “l’acquisto e la vendita dei biglietti grazie alla tecnologia digitale” – come se ciò non fosse già possibile -, e dall’altro intende garantire “la sicurezza col ritorno del bigliettaio nelle vesti di assistente di bordo e garante dell’ordine”. Insomma se eletto, a Roma nascerà la figura del controllore sceriffo che prima controlla i biglietti, per lo più comprati online e quindi in formato digitale, e dopo farà rispettare l’ordine ed impedire il Far West.

SENZA SPERANZA. Ma il meglio arriva nel paragrafo sui rifiuti, ossia su un tema molto concreto e spesso al centro del dibattito. Una materia che è sulla bocca di tutti e su cui ognuno ha idee precise, tranne – a quanto emerge dal programma – Michetti che rimane a proposte vaghe e talvolta anche difficilmente comprensibili. Riguardo alla “raccolta differenziata porta a porta, investiremo su nuovi impianti avveniristi di raccolta, stoccaggio e trattamento”. Quali? Non è dato saperlo.

Poi, letteralmente tratto dal libro dei sogni, si punta su una generica “diminuzione della produzione di rifiuti” che non si capisce in che modo verrà realizzata. Ancora una volta, Mr. Wolf più entra nello specifico e più la sua proposta si fa evanescente. Parlando di Ama, infatti, racconta che ne favorirà lo sviluppo “rendendo i processi e gli appalti più efficienti”, ancora una volta non si capisce come, e “incrementando la forza lavoro con l’assunzione di nuove professionalità”, senza specificare quali possano essere. Dulcis in fundo per curare “la pulizia delle strade” punterà su “una filiale aziendale” di Ama che, anche qui non si capisce la ratio, dovrebbe ottenere risultati migliori rispetto all’azienda madre.