Milano, padel e ‘ndrangheta al centro di un’inchiesta: arresti e sequestri di impianti sportivi

Milano, padel e 'ndrangheta: associazione mafiosa per un connubio sportivo ma anche criminale tra imprenditori e la malavita calabrese.

Milano, padel e ‘ndrangheta al centro di un’inchiesta: arresti e sequestri di impianti sportivi

Milano, padel e ‘ndrangheta: una bufera si è alzata nella provincia del capoluogo lombardo. Nell’indagini della DIA sono stati scoperti affari illeciti tra imprenditori e famiglie facenti parte della criminalità calabrese, che da anni opera in Lombardia.

Milano, padel e ‘ndrangheta al centro di un’inchiesta

In provincia di Milano si è alzato un polverone con le indagini su alcuni impianti di padel, finiti nelle mani della criminalità calabrese della ‘ndrangheta.

Al centro dell’indagine c’è la famiglia Mollusco che da anni opera con affari illegali a Buccinasco. La cosca Molluso è originaria di Platì, in provincia di Reggio Calabria, ma è presente con i loro affari nella provincia di Milano. Secondo le indagini della DIA, la famiglia Mollusco “aveva partecipato alla realizzazione di otto campi di padel del valore di circa 700mila euro, all’interno di un Centro Sportivo comunale e assegnato in concessione a una società dilettantistica milanese”.

Arresti e sequestri di impianti sportivi

Con l’indagine sono stati sequestrati dei centri sportivi di padel nel quartiere Barona. Gli impianti tra l’altro sono stati “edificati abusivamente e senza alcuna preventiva autorizzazione da parte dei competenti uffici”.

Tra gli indagati c’è Marco Molluso, trentanovenne allenatore della Castanese, che è stato messo ai domiciliari ed è ritenuto “gravemente indiziato dei reati di emissione e utilizzo di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti e autoriciclaggio“. Mentre è finito agli arresti per associazione mafiosa Marco Molluso, nipote di Giosofatto. 

Secondo gli inquirenti Marco Molluso, “dopo aver sottoscritto un contratto di prestazione d’opera (risultato poi inesistente) con la società che gestisce in concessione il centro sportivo” avrebbe “finanziato e costruito i campi da padel potendo contare su profitti illeciti derivanti dalla commissione di numerosi reati fiscali con l’obiettivo di partecipare agli incassi derivanti dal loro noleggio ai cittadini”. In particolare, nel biennio 2020-2021, “la società immobiliare di cui risulta titolare sarebbe stata al centro di una frode fiscale di oltre 1,5 milioni di euro legata sia all’emissione che all’utilizzo di fatture false con indebita detrazione di Iva“.

 

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