Finita un mese fa sull’orlo della guerra civile, instabile da un punto di vista istituzionale, sempre più orbitante verso la Russia e afflitta da una corruzione dilagante, la Moldavia è una delle ex repubbliche sovietiche in maggiori difficoltà. Uno Stato sempre pronto a esplodere. Ma proprio a Chișinău l’Italia vuole regalare dieci blindati. Un dono confezionato con un decreto ministeriale messo a punto dal ministro della difesa, Elisabetta Trenta, di concerto con il ministro degli esteri, Enzo Moavero Milanesi, su cui devono esprimersi le Commissioni difesa della Camera e del Senato.
LO SCENARIO. Le tensioni in Moldavia sono diventate enormi da febbraio. Dalle elezioni non è venuta fuori una chiara maggioranza parlamentare e quando l’unica strada sembrava quella del ritorno alle urne è stato trovato un incredibile accordo tra il presidente della Repubblica, il socialista filorusso Igor Dodon e gli europeisti di Maia Sandu. Quest’ultima è stata così scelta come premier, ma la Corte Costituzionale ha sospeso Dodon e nominato presidente ad interim l’ex premier del Partito democratico moldavo, Pavel Filip, che ha sciolto il Parlamento e indetto nuove elezioni. Vladimir Putin si è subito schierato con Dodon e gli Usa hanno alla fine convinto i democratici a fare un passo indietro.
L’insolita alleanza tra filorussi ed europeisti va dunque avanti dopo che si è sfiorata la guerra civile, ma la situazione non è minimamente stabile. Nello stesso decreto per relagalare dieci VM-90P ai carabinieri moldavi, i ministri Trenta e Moavero Milanesi specificano del resto che nella ex repubblica sovietica si assiste a una stallo politico, non sono state fatte le necessarie riforme e la corruzione è dilagante, sottolineando anche che il Paese è legato sempre più alla Russia. “Evidente – scrivono i due ministri – il ruolo di preminenza che Mosca intende svolgere nell’area”. E come se non bastasse Dodon, tre giorni dopo essere stato eletto presidente, ha fatto rimuovere dal palazzo presidenziale la bandiera dell’Ue e proposto un referendum per annullare l’accordo commerciale con Bruxelles e stringerne uno con l’Unione eurasiatica voluta dal Cremlino.
L’INIZIATIVA. Trenta e Moavero Milanesi ritengono comunque opportuno donare ai carabinieri moldavi i dieci blindati, con l’obiettivo di “rafforzare la collaborazione e la cooperazione tra l’Arma dei carabinieri e il DTC moldavo” e arrivare in futuro a “operare congiuntamente nelle varie situazioni di crisi”. I veicoli poi sono vecchi, la manutenzione costa troppo e nei vari teatri operativi ormai si utilizzano i “Lince”. I militari moldavi si stanno ancora strutturando come forza di polizia, tanto che la loro adesione alla Fiep, l’associazione tra forze di polizia europee e mediterranee, è stata sospesa, ma per la Difesa pesano comunque gli accordi sinora raggiunti con la Moldavia. Via dunque al dono dei dieci blindati e possibilmente entro la fine del mese.
La Farnesina ha fatto sapere a La Notizia che lo schema di decreto proposto dal ministro della Difesa, “non è stato firmato, ma unicamente trasmesso, lo scorso 8 luglio, dalla ministra della Difesa ai presidenti di Senato e Camera per ottenere il prescritto parere delle rispettive Commissioni Esteri, Difesa e Bilancio”. “L’eventuale firma del decreto – fanno sapere ancora dagli Esteri – da parte della ministra della Difesa, con il concerto del ministro degli Esteri, potrà avvenire solo se vi saranno i pareri favorevoli delle Commissioni parlamentari di Senato e Camera, fatto che non si è ancora verificato”.