Mozioni di sfiducia affondate, Renzi deride le opposizioni. E attacca la barbarie giustizialista che rovina le vite

Matteo Renzi, al Senato, difende il Governo contro le mozioni di sfiducia presentate dalle opposizioni. E difende l'emendamento Tempa Rossa

Le mozioni di sfiducia sono state respinte al Senato. Il voto, avvenuto nella serata di mercoledì 19 aprile, non ha riservato alcuna sorpresa. I “no” sono stati 183 alla mozione dei 5 Stelle e i 180 a quella del centrodestra. E quello che resta della giornata a Palazzo Madama è la controffensiva del presidente del Consiglio, Matteo Renzi.

“Non sta né in cielo né in terra dire che l’emendamento non è stato discusso. È stato discusso e sub-emendato proprio qui al Senato. Il fatto che abbiate votato contro è legittimo, ma il fatto che chi si sia discusso elimina il punto centrale di un emendamento ‘notturno'”, ha detto Renzi difendendo così l’emendamento Tempa Rossa, contestato dalle opposizioni, durante la discussione sulle mozioni di sfiducia al Governo, presentate dalle opposizioni. Sull’inchiesta di Potenza, il premier ha ricordato che “non c’è nessuna ipotesi di corruzione per il governo”. E ha lanciato la sfida al Movimento 5 Stelle: “L’unica vicenda penale che ci sarà, sarà quella cui vi chiameremo nei confronti del Pd, per cui vi chiediamo di rinunciare all’immunità, e vedremo chi è condannato o no”.

Stop al giustizialismo
Matteo Renzi ha anche chiesto lo stop al giustizialismo: “Io rispetto le sentenze dei giudici, non le veline che rompono il segreto istruttorio”. E ha spiegato il senso di alcune sue provocazioni: “Quando auspico che si arrivi a sentenza, non attacco la magistratura ma rispetto la Costituzione. Un avviso di garanzia è stato per oltre 20 anni come una condanna definitiva”. Inoltre ha ricordato le “vite di persone perbene sono state distrutte, ma un avviso di garanzia non è mai una condanna ed è per questo che non chiederemo le dimissioni del consigliere del Movimento 5 Stelle di Livorno, perché crediamo nella presunzione di innocenza”.  E quindi ha concluso il passaggio sulla giustizia: “Da cittadino penso che quando un magistrato è messo nelle condizioni di lavorare deve essere accompagnato dal sostegno non dalle critiche. Ma quando non si arriva a sentenza mi ergo dalla parte della giustizia contro il giustizialismo che fa solo vittime e non aiuta il Paese”.

Non è mancata la stoccata a Forza Italia. “Come potete contestare a Ncd e poi ad Ala di rimanere fedeli al patto al quale anche voi eravate legati ed è venuto meno per correttissime valutazioni politiche. Voi avete cambiato idea non gli altri”, ha accusato Renzi.