Oltre 10mila morti in due anni. È il drammatico bilancio delle violenze perpetrate da gruppi jihadisti e bande criminali nel centro e nel nord della Nigeria, denunciato oggi da Amnesty International in un’indagine che traccia un quadro sempre più allarmante della situazione nel Paese.
Dal maggio 2023, data dell’insediamento del presidente Bola Tinubu, almeno 10.217 persone hanno perso la vita in attacchi armati avvenuti negli Stati di Benue, Edo, Katsina, Kebbi, Plateau, Sokoto e Zamfara. Il dato più inquietante riguarda il Benue, che da solo registra 6.896 morti, seguito dallo Stato di Plateau con 2.630 vittime.
“Oggi ricorrono esattamente due anni dall’ingresso in carica del presidente Tinubu con la promessa di rafforzare la sicurezza. Invece, la situazione è solo peggiorata”, ha dichiarato Isa Sanusi, direttore di Amnesty International Nigeria.
Nigeria nel caos, oltre 10mila morti in due anni: l’allarme di Amnesty sulle violenze jihadiste
Secondo l’organizzazione per i diritti umani, il governo non è riuscito a garantire la protezione del diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza dei cittadini. Una responsabilità aggravata, secondo Amnesty, dall’emergere di nuovi gruppi armati, come i Lakurawa negli Stati di Sokoto e Kebbi e i Mamuda nello Stato di Kwara.
Nel rapporto, Amnesty denuncia inoltre il saccheggio sistematico di centinaia di villaggi da parte di uomini armati in Benue, Borno, Katsina, Sokoto, Plateau e Zamfara. A preoccupare è anche la recente escalation di attacchi di Boko Haram e di altri gruppi jihadisti, che dimostra – secondo l’Ong – l’inefficacia delle misure di sicurezza adottate dal governo federale.
Le violenze nel nord della Nigeria sono da anni alimentate dalla presenza di gruppi estremisti e bande di predoni, ma negli ultimi mesi si è registrato un forte aumento degli attacchi anche nel centro del Paese. Qui le tensioni affondano le radici in conflitti etnici e territoriali, legati soprattutto alla condivisione delle terre tra allevatori nomadi e comunità agricole stanziali. La competizione per le risorse naturali, sempre più scarse, contribuisce ad aggravare la crisi.
“Il presidente Tinubu deve mantenere le promesse fatte ai nigeriani e affrontare con urgenza la rinascita della crisi di sicurezza endemica della nazione”, ha sottolineato Sanusi.
Il rapporto si conclude con un appello urgente al governo affinché intervenga con politiche di sicurezza efficaci e con il pieno rispetto dei diritti umani, per fermare un’escalation che sta devastando intere regioni e minando la stabilità del Paese più popoloso dell’Africa.