Nomine pubbliche, decide solo la Meloni

In scadenza i vertici di una settantina di società pubbliche. Le nomine riguardano anche Eni, Enel, Poste Italiane, Leonardo e Terna.

Blitz della Meloni sulle nomine pubbliche che adesso saranno interamente roba sua. Ieri il Consiglio dei ministri non ha avuto alternative ad approvare il Dpcm che riorganizza il Ministero dell’Economia e prevede un nuovo dipartimento al quale saranno attribuite le scelte sulle nomine nelle partecipate pubbliche.

Il progetto, osteggiato invano dal cosiddetto partito Mef, e poi dal ministro Giorgetti, arriva a termine a pochi giorni dall’infornata di nomine nelle grandi aziende di Stato. Qui sta il potere vero, e nonostante gli appetiti degli alleati di governo e dei boiardi della pubblica amministrazione, Fratelli d’Italia vuole fare il pieno. Per questo è stato licenziato l’ex responsabile delle nomine, Alessandro Rivera, espressione della politica che affonda le radici fino agli anni di D’Alema e Visco. Ora però sono tempi nuovi, e le destre hanno fatto moltissime promesse. Gli elettori sono di bocca buona, ma i grandi portatori di voti e gli ambienti che contano non si possono prendere per il naso.

Il nuovo dipartimento avrà dunque la responsabilità delle società di cui lo Stato è azionista, e in pratica assumerà la decisione delle nomine dei Consigli di amministrazione che vanno a scadenza. Decisioni prese a Palazzo Chigi, ma che in quest’organo appena costituito troveranno l’esecutore formale. D’altra parte il tempo stringe. Sono infatti in scadenza i vertici di una settantina di società, che da qui al 2024 saliranno a 135, con le controllate.

In scadenza i vertici di una settantina di società pubbliche. Le nomine riguardano anche Eni, Enel, Poste Italiane, Leonardo e Terna

Per intenderci, parliamo di Eni, Enel, Poste Italiane, Leonardo, Terna, ecc. La tornata di nomine è un tema carissimo alla Meloni. In quest’ottica si spiega lo spacchettamento delle competenze dell’attuale direttore generale del Tesoro, Riccardo Barbieri Hermitte, e la creazione della nuova struttura dove “Giorgia” intende piazzare una persona di sua assoluta fiducia. Il nome che si è fatto a lungo è stato quello di Antonino Turicchi, ora presidente di Ita Airways, ma il manager ha rinunciato.

Un passo indietro per farne due avanti, col passaggio alla Cassa depositi e prestiti al posto di Dario Scannapieco. In pole per il nuovo dipartimento c’è dunque Marcello Sala, ex Intesa Sanpaolo e vicino a Giorgetti. L’altro nome che circola è quello di Paolo Ciocca, commissario della Consob, considerato invece più vicino alla Meloni.

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