Olimpiadi, dall’Arena di Santa Giulia alle grandi infrastrutture: ecco perché tra ritardi e extracosti i Giochi invernali rischiano di essere un salasso

Solo 9 opere sule 98 previste sono state completate. E gli extra-costi per gli impianti olimpici sono tutti a carico del pubblico

Olimpiadi, dall’Arena di Santa Giulia alle grandi infrastrutture: ecco perché tra ritardi e extracosti i Giochi invernali rischiano di essere un salasso

Cento giorni al via delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 e c’è molto che non va. Se da giorni Fondazione Milano-Cortina, Mit, Comune di Milano e le regioni Lombardia e Veneto fanno di tutto per accendere un entusiasmo mai veramente decollato, la realtà è assai preoccupante. Sia dal punto di vista delle opere che non verranno mai finite entro la data di inizio dei Giochi, 6 febbraio 2026 – a partire da quelle infrastrutturali, la cosiddetta “Legacy” (eredità), che vedranno la luce non prima della prossima decade, forse – sia dal punto di vista degli extra-costi che gravano sulle casse pubbliche (nonostante siano state vendute per Olimpiadi a costo zero).

Olimpiadi: su 98 opere previste, solo 9 sono state completate

Per quanto riguarda il Veneto, dal punto di vista delle opere puramente olimpiche, cioè funzionali ai giochi, sulle 25 previste ne saranno pronte solo 18, mentre 4 saranno concluse solo parzialmente. Ma a essere in pesantissimo ritardo sono le infrastrutture, come, per esempio (ma sono solo due tra tante) le varianti di Longarone e Cortina che vedranno chiudersi i cantieri rispettivamente, a marzo 2029 e a dicembre 2032.  La stazione di Mestre (altra opera olimpica), invece, inizierà i lavori nel 2030, a Giochi terminatissimi…

Secondo il Piano delle Opere pubblicato dalla Società Infrastrutture Milano Cortina (Smico), su 67 “opere legacy”, 2 risultano concluse, 33 in esecuzione; 3 in fase di gara, 29 in fase di progettazione. Va un po’ meglio per le opere direttamente connesse ai giochi: su 31 interventi, 7 sono conclusi, 24 risultano in esecuzione.

In totale gli “interventi” previsti sono 98 (47 impianti sportivi e 51 infrastrutture di trasporto): di questi a 100 giorni dal via ne sono stati completati solo 9! Costo dichiarato: 3,4 miliardi di euro. Per ora.

Olimpiadi: extra-costi coperti dalla casse pubbliche

L’altro fronte preoccupante sono proprio i costi, che al momento non è possibile calcolare nella loro interezza, ma solo per macro aggregati o singoli cantieri. La Fondazione Milano Cortina a metà 2025 “vantava” un deficiti patrimoniale di 150,3 milioni di euro, in peggioramento rispetto ai 107,8 milioni di fine 2023. Per tappare il “buco” di bilancio, nel giugno scorso il Governo Meloni ha staccato un bell’assegno da 394 milioni con il Decreto Sport.  Ma non sono stati sufficienti, come dimostra la vicenda dell’Arena di Santa Giulia a Milano.

L’Arena Santa Giulia, opera privata pagata anche dal pubblico

Concepita come puro investimento privato da circa 200 milioni “interamente” a carico della società Cts Eventim, durante i giochi ospiterà l’hockey su ghiaccio, poi sarà dedicata ad aventi musicali. Tuttavia, il costo è lievitato di 67 milioni che Eventim si è rifiutata di coprire. Così a giugno scorso il governo ha stanziato 21 milioni di euro con la motivazione di “opera di interesse pubblico di rilevanza statale”, e a ottobre ulteriori 30 milioni sotto forma di “convenzione” per futuri eventi sportivi “di interesse nazionale”, che però ancora non sono stati definiti. Fondi che vanno a sommarsi a quelli già stanziati da Comune di Milano e Regione Lombardia.

“Fallata” e declassata

Da considerare poi che l’Arena ospiterà l’hockey olimpico solo grazie a una deroga speciale, visto che alcuni errori di progettazione ne impedirebbero l’utilizzo. Inoltre, gli stessi errori hanno fatto declassare la struttura alla categoria “silver” per la pallacanestro e quindi potrà ospitare partite con massimo 3.499 spettatori. Morale: le casse pubbliche hanno sovvenzionato una struttura privata (e che produrrà utili solo per Eventim), per di più fallata.

Extra-costi a carico del pubblico anche per il Villaggio Olimpico

Stesso discorso per il Villaggio Olimpico costruito da Manfredi Catella, attraverso Coima, nell’ex Scalo Romana a Milano. Anche qui gli extra-costi oltre il budget iniziale di 100 milioni, una cifra ancora da definirsi tra i 25 e i 60 milioni (sul tema sono illuminanti le intercettazioni dell’ex assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi, agli atti dell’inchiesta sull’urbanistica), sono stati già coperti in parte dal Decreto Sport di giugno scorso.

Il parcheggio olimpico pronto a Olimpiadi concluse

Ma le opere in corso a Milano e Cortina – come nel resto della Lombardia e del Veneto – sono una miriade ed è arduo ricostruirle tutte. Quindi è impossibile monitorarle tutte e verificarne la reale utilità. Per esempio Simico ha avviato “il completamento e il miglioramento delle aree di parcheggio esistenti a servizio della venue di pattinaggio del Milano Forum di Assago”, costo della “micro-opera”: 1,6 milioni di euro. La data di chiusura del cantiere: 17 ottobre 2026. Fine dei Giochi olimpici invernali: 22 febbraio 2026…