Dietro gli incendi che da sei giorni stanno devastando la Sardegna, spunta la mano dei piromani. A darne notizia è L’Unione Sarda con il procuratore di Oristano, Ezio Domenico Basso, che annuncia l’avvio “dell’indagine che al momento è contro ignoti”. Secondo La Nuova Sardegna, gli incendi sarebbero tre: uno accidentale partito da un’automobile lasciata in sosta sulla Provinciale vicino a Bonarcado, due invece certamente dolosi a Usellus e nel territorio di Escovedu-Mogorella. Dagli inquirenti filtra ottimismo sulla cattura dei responsabili, grazie alle numerose testimonianze raccolte. “L’incendio dell’auto potrebbe essere considerato il peccato originale, ma ci può essere stata una serie di condotte, attribuibili potenzialmente a qualcuno, che hanno aggravato la situazione” ha spiegato il procuratore Basso in relazione al fascicolo in cui si ipotizza il reato di incendio boschivo colposo aggravato dal pericolo per gli edifici e dal danno grave e persistente all’ambiente.
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SESTO GIORNO DI ROGHI. Intanto la Sardegna continua a bruciare ininterrottamente da sei giorni. Nonostante le fiamme siano divampate venerdì scorso e l’invio di mezzi – anche dalla Francia – e uomini, non è stato ancora possibile domare le fiamme che stanno mettendo a ferro e fuoco l’oristanese. Roghi che anche quando vengono spenti, come accaduto questa notte, poi riprendono vita dopo qualche ora a partire da piccoli focolai, spinti dal vento caldo. Proprio per cercare di combattere questi incendi per i quali il governatore Christian Solinas ha chiesto al governo lo stato di emergenza, il Corpo forestale, i Vigili del fuoco e la Protezione Civile stanno lavorando a braccetto e, al momento, sono impegnati sul fronte di Caglieri e Santu Lussurgiu. Sotto osservazione anche l’area di Scano Montiferro e San Basilio.