Parla Ascari (M5S), in partenza per la Striscia: “Governo italiano spettatore silente del genocidio di Gaza”

Parla Ascari, che venerdì, insieme al gruppo di deputati dell'intergruppo per la Pace tra la Palestina e Israele proverà a entrare a Gaza.

Parla Ascari (M5S), in partenza per la Striscia: “Governo italiano spettatore silente del genocidio di Gaza”

Oggi l’M5S Stefania Ascari partirà per Rafah alla testa dei deputati e delle deputate dell’intergruppo per la Pace tra la Palestina e Israele, da lei coordinato. Da venerdì tenteranno di entrare nella Striscia di Gaza. Ieri hanno ricevuto alla Camera l’ambasciatrice palestinese Abeer Odeh, che li ha pregati di “mantenere alta l’attenzione sulla popolazione palestinese che, oltre che sotto le bombe, sta morendo anche per la fame, la sete e le malattie provocate dal blocco degli aiuti umanitari e la chiusura dei valichi da parte delle autorità israeliane”.

Ascari, Meloni afferma che l’Italia ha giocato un ruolo centrale nella questione Gaza, concorda?
“Assolutamente no. È una falsità totale. L’Italia non ha avuto né un ruolo centrale, né marginale: non ha avuto alcun ruolo. Il governo è rimasto spettatore passivo di un genocidio in diretta e non ha mosso un dito per fermare il criminale di guerra e contro l’umanità Netanyahu, su cui pende un mandato di arresto. Da mesi chiediamo una presa di posizione netta, ma non è arrivata nemmeno una parola di solidarietà per le oltre 50.000 vittime palestinesi. Il silenzio del governo italiano è complice”.

La premier parla di “crisi umanitaria”, ma a Gaza è in corso ben altro, o no?
“Le parole contano. E qui bisogna dirlo chiaramente: a Gaza è in corso un genocidio. Oltre 52mila morti ammazzati, di cui 20mila bambini. La chiamiamo “crisi”?  C’è una popolazione bombardata, affamata, privata di acqua, cure, sotto assedio per mano di Israele. Sono atti terroristici compiuti da uno Stato, nel silenzio vile della comunità internazionale”.

Cosa dovrebbe fare il nostro Paese nell’immediato?
“Serve un sussulto di umanità. L’Italia deve pretendere l’apertura immediata dei valichi, il passaggio sicuro degli aiuti, il rispetto delle convenzioni internazionali. Ma non basta: va imposto subito un embargo sulla vendita di armi a Israele, sospeso l’accordo di associazione con l’Ue, ritirato ogni supporto politico e militare. Bisogna stare dalla parte del diritto, non dell’impunità”.

Domani proverete a entrare a Gaza, crede che Tel Aviv vi darà il permesso? E se lo negherà, cosa farete?
“Stiamo facendo ogni pressione possibile per entrare nella Striscia. Vogliamo testimoniare, documentare, denunciare. Saremo certamente al valico di Rafah, come lo scorso anno, quando abbiamo visto centinaia di camion di aiuti bloccati e città fantasma pronte ad accogliere una deportazione di massa. Se ci verrà negato l’ingresso, sarà l’ennesima conferma che chi commette crimini vuole agire al buio, senza testimoni. Ma noi non ci fermeremo: continueremo a dire la verità, a denunciare, a far sentire la nostra voce. Non saremo mai complici”.