Parlamento in reFeriendum. Fino a domenica non si lavora: e i consigli regionali seguono la scia

Il Parlamento è fermo per il referendum: va in ferie anticipate. E le Regioni seguono subito l'esempio di Camera e Senato.

Sarebbe il caso che qualcuno spiegasse ai nostri deputati, senatori e anche ai consiglieri regionali che pure nel caso in cui la riforma dovesse essere approvata, entrerà a pieno regime non prima del 2022. Tra sei anni. Un particolare non da poco considerando che, nel frattempo, in vista del voto di domenica, Camere, Senato e consigli regionali hanno deciso di bloccare totalmente ogni spiraglio di attività istituzionale e legislativa. Tutto bloccato, dunque. Tutto fermo per consentire a chiunque, maggioranza e opposizione, di poter fare traquillamente campagna elettorale. Con buona pace per tutti quei provvedimenti di cui pure il Paese avrebbe urgenza.

Tutto chiuso – Ma il bello è che nemmeno se ne fa mistero. Andiamo a Palazzo Madama. I senatori, forse per abituarsi all’eventualità di passare a un “senatino”, dopo la seduta di venerdì scorso, hanno deciso di rimandare tutti gli appuntamenti alla settimana prossima. “L’Assemblea – fa sapere l’ufficio stampa di Palazzo Madama – non terrà sedute nella settimana prima del referendum. La prossima convocazione è per martedì 6 dicembre”. Peraltro martedì si farà poco e niente dato che sono previste soltanto “comunicazioni del Presidente sul nuovo calendario dei lavori, che verrà fissato dalla Conferenza dei Capigruppo lo stesso giorno alle ore 13”. Insomma, una seduta per decidere le prossime sedute. Geniale. Stessa musica a Montecitorio. Dopo l’Assemblea che ha approvato in prima lettura la Legge di Stabilità, tutti in ferie. Prossima seduta d’Aula? Il sei dicembre, of course, quando si dicusteranno alcune mozioni e verranno semplicemente ratificati accordi sovranazionali.

Aria di Natale nelle Regioni – Ma la curiosità, per quanto riguarda la Camera, che stando al calendario, dopo gli ordini del giorno di martedì 6 e mercoledì 7 dicembre, si andrà nuovamente alla settimana successiva (lunedì 12 dicembre). Insomma, si va di settimana in settimana. – Ma, ovviamente, non potevano mancare le indefesse Regioni. Da Nord a Sud, ora che c’è il referendum, è peggio che andar di notte. Qualche esempio? Dopo l’assemblea di giovedì scorso 24 novembre, anche nel Lazio se ne riparlerà a votazioni effettuate: la prossima seduta è fissata per martedì 6 dicembre. Dodici giorni dopo la precedente. Nel migliore dei casi le assemblee regionali hanno pensato bene di arrivare fino a fine mese, mercoledì 30 novembre, per poi rinviare tutto a data da destinarsi. Così andrà in Calabria, Piemonte e Campania. Stesso dicasi in Toscana, dove dopo la seduta del 30 novembre, per prendere un po’ fiato si è pensato bene di fissare la prossima assemblea d’aula il 13 dicembre. Si dirà: c’è però il lavoro di commissione. Vero, ma a metà. Per dire: in Sicilia, questa settimana, su udici commissioni complessive tra permanenti e speciali, sono previste soltanto due riunioni. Dopodiché braccia conserte.