Pene accessorie, si ricomincia il 19 ottobre. I giudici decideranno sull’interdizione di Berlusconi dai pubblici uffici

di Fabrizio Gentile

È stato fissato per il prossimo 19 ottobre il processo davanti alla terza Corte d’Appello di Milano per rideterminare al ribasso i cinque anni di interdizione dai pubblici uffici inflitti a Silvio Berlusconi per il caso Mediaset così come ha deciso la Cassazione che, lo scorso primo agosto, ha però confermato la condanna a quattro anni di carcere per l’ex premier imputato per frode fiscale.
Nel giorno in cui, con la prima seduta della Giunta delle immunità del Senato, è cominciato l’iter parlamentare con cui si dovrà decidere, in base alla legge Severino-Monti,la decadenza o ineleggibilità o meno del leader del Pdl, dal Palazzo di Giustizia milanese è trapelata la notizia, poi confermata dalla stessa difesa, che tra circa un mese e mezzo andrà in scena l’ultimo ‘strascico’ del procedimento penale a carico del Cavaliere con al centro le irregolarità nella compravendita dei diritti tv e i cui atti, 513 faldoni, sono stati trasmessi da Roma la scorsa settimana e ora sono stipati in una apposita stanza. Il nuovo processo, non decorrendo più l’orologio della prescrizione, potrà essere celebrato senza costringere i magistrati a maratone giudiziarie. Un collegio di giudici, probabilmente guidato da Arturo Soprano, il presidente della stessa sezione, dovrà riconteggiare la pena accessoria come indicato dalla Suprema Corte che oltre un mese fa aveva accolto la proposta del pg Antonello Mura: riportare i 5 anni di interdizione stabiliti con l’applicazione della legge ordinaria nelle sentenze di primo e secondo grado entro un massimo di tre e un minimo di un anno come prevede, invece, la legge tributaria. In aula l’accusa sarà rappresentata ancora dall’avvocato generale Laura Bertolè Viale, lo stesso pg che a maggio aveva chiesto la conferma della condanna inflitta dal Tribunale per l’ex capo del Governo. Il verdetto del cosiddetto appello ‘bis’ potrà essere impugnato. Riguardo invece all’esecuzione della pena definitiva che, al netto dei tre anni coperti da indulto, è di un anno, Berlusconi, al quale comunque è stato revocato il passaporto, ha tempo fino alla metà di ottobre per scegliere una misura alternativa al carcere.