Pensioni d’oro, il Governo non arretra. Di Maio avverte il leghista Brambilla critico sui tagli: “Chi non vuole attuare il contratto lo dica”. Ma Borghi rasserena gli animi: “Nessuno è contrario”

Luigi Di Maio va dritto al punto non mostrando alcun arretramento sulle pensioni d’oro. Rischiando, però, di creare una frizione con uno degli uomini più vicini all’alleato Matteo Salvini. Quell’Alberto Brambilla, presidente di Itinerari previdenziali che ha bocciato la proposta di legge presentata in Parlamento per dare un taglio alle pensioni superiori a una certa soglia.

“Non voglio entrare in uno scontro con chi chiede di rallentare sui tagli alle pensioni: ma nel contratto di governo – ricorda Di Maio – abbiamo scritto che vogliamo tagliare le pensioni d’oro: se qualcuno vuol dire che il contratto non si deve attuare lo dica chiaramente, altrimenti si va avanti.  Sia chiaro che agiamo su persone che prendono dai 4 mila euro netti in su, se non hanno versato i contributi relativi agli assegni eppure, osserva Di Maio, si stanno trattando queste persone come disperati che adesso dobbiamo andare a salvare”. A placare gli animi il chiarimento di Claudio Borghi, parlamentare leghista: “Non mi risulta ci sia nessuno contrario a taglio delle pensioni da 5mila euro, come previsto dal contratto di governo”.