Per il nuovo decreto il Governo stima di impegnare non meno di 50 milardi. Conte: “Occorre sostenere famiglie e imprese in modo più incisivo”

“Stiamo elaborando un programma di progressive riaperture che sia omogeneo su base nazionale e che ci consenta di riaprire buona parte delle attività produttive e anche commerciali tenendo sotto controllo la curva del contagio. E la soglia del contagio di riferimento vogliamo che sia commisurata alla ricettività delle strutture ospedaliere delle aeree di riferimento”. E’ quanto ha detto il premier Giuseppe Conte al Senato, ribadendolo in serata alla Camera, nel corso dell’informativa sull’emergenza Coronavirus in vista dell’Eurogruppo.  “Si prospetta una fase molto complessa – ha aggiunto il presidente del Consiglio -: dobbiamo procedere a un allentamento del regime attuale delle restrizioni e fare il possibile per preservare l’integrità del nostro tessuto produttivo. Il motore del Paese deve avviarsi ma sulla base di un programma ben strutturato”.

“Questa emergenza – ha detto ancora Conte – incide sulle fasce più fragili, rischia di creare nuove povertà e lacerare un tessuto sociale già provato. Abbiamo già compiuto alcuni passi. Il governo però è consapevole che questi interventi non sono sufficienti: occorre un sostegno alle famiglie e alle imprese prolungato nel tempo ancora più incisivo. Sulla risposta sanitaria il governo ha elaborato una strategia in cinque punti. Il primo è mantenere e far rispettare distanziamento sociale, promuovere utilizzo diffuso di dispositivi di protezione individuale fino a quando non disponibili terapia e vaccino”.

Il governo punta al “rafforzamento della strategia di mappatura dei contatti esistenti e di teleassistenza con l’utilizzo delle nuove tecnologie”, dice Conte. “L’applicazione – ha precisato il premier – sarà offerta su base volontaria, non obbligatoria, faremo in modo che chi non vorrà scaricarla non subirà limitazioni o pregiudizi”. Anche per le misure di distanziamento sociale ci saranno alcune modifiche, “non ci sfugge”, ha aggiunto il presidente del Consiglio, la difficoltà dei cittadini “nel continuare a rispettare” le regole anti contagio e “l’aspirazione al ritorno alla normalità”.

“Le recenti previsioni del Fmi – ha spiegato ancora il capo del Governo – stimano una caduta del 9,1% del Pil. Di fronte a questo quadro dobbiamo potenziare ulteriormente la risposta di politica economica, perciò il governo invierà brevissimo al Parlamento un’ulteriore relazione con una richiesta di scostamento pari a una cifra ben superiore a quella stanziata a marzo. Sarà una cifra non inferiore a 50 miliardi di euro, con intervento complessivo che, sommando i precedenti 25 miliardi, sarà non inferiore a 75 miliardi”.

“Sull’ormai strafamoso Mes si è alimentato nelle ultime settimane un dibattito che rischia di dividere l’Italia in opposte tifoserie”, ha detto Conte sottolineando che l’intento del Governo è procedere con la “massima cautela”. Per il premier “chi esprime dubbi su questa linea di credito contribuisce a un dibattito democratico e costruttivo”. “Ritengo che questa discussione – ha ribadito il presidente del Consiglio – debba avvenire in modo pubblico, trasparente, in Parlamento, al quale spetterà l’ultima parola. Ci sono Paesi in Ue che hanno dimostrato interesse. La Spagna ha dimostrato di essere interessata purché non abbia le condizionalità”.

“Rifiutare questa nuova linea di credito – ha aggiunto – significherebbe fare un torto a questi Paesi che ci affiancano nella battaglia. Per capire se il Pandemic Crisi Supporto sarà effettivamente senza condizionalità bisogna attendere l’elaborazione dei documenti predisposti per erogare questa linea di credito. Solo allora potremo discutere se il relativo regolamento può essere o meno opportuno agli interessi nazionali”.