Per le autorità sanitarie il picco dell’epidemia di Coronavirus si avvicina. Ma non è stato ancora raggiunto. “Il virus non è nato in laboratorio”

“Non facciamo del fantabioterrosimo. Abbiamo indicazioni chiare che non ci sia stata possibilità di generazione in laboratorio del virus SarsCoV2” e ipotesi diverse “non hanno alcuna consistenza scientifica”. E’ quanto ha detto, questa mattina, il presidente del Consiglio superiore di Sanità (Css), Franco Locatelli, nel corso della conferenza stampa convocata dall’Istituto superiore di Sanità per fare il punto sull’emergenza Coronavirus. “Stiamo osservando segnali chiari di efficacia delle misure contenimento, ma – ha aggiunto Locatelli – non bisogna deflettere dalle misure di distanziamento sociale. Non siamo in una fase calante, ma di rallentamento della crescita”.

“Il picco dell’epidemia di Coronavirus in Italia si sta avvicinando, ma non ci siamo ancora”, ha aggiunto il presidente dell’Istituto superiore di Sanità (Iss), Silvio Brusaferro. Al momento, hanno spiegato i vertici del Consiglio superiore di Sanità e dell’Istituto superiore di Sanità, non è possibile dare una stima di quanti siano in Italia le persone asintomatiche, che pur avendo l’infezione da coronavirus non hanno sintomi o ne hanno molto lievi. In futuro si prevede uno studio per identificarli.

“I dati che possiamo mettere in campo – ha spiegato Brusaferro – ci dicono che le misure adottate stanno dando risultati, lo vediamo con le curve. Una previsione è difficile. E’ un qualcosa con cui dovremmo convivere per alcune settimane. La domanda è come conviverci, dovremo trovare soluzioni di convivenza per salvaguardare le persone più fragili e capire come scollinare. Siamo certi che supereremo questa cosa, è l’impegno di tutto il mondo scientifico italiano che si sta impegnando allo spasimo, ma non sarà risolto domani e neanche nelle prossime due settimane. Dovremo immaginare per i prossimi mesi, con curve più basse, a come stare molto attenti e adottare quelle misure perché la curva non riparte. Certamente sarà più facile quando avremmo dei vaccini o degli strumenti che ci consentono di operare come quando operiamo per le influenze”.

“A partire dal 20 marzo – ha detto ancora il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità – il numero di nuovi casi segnalati la curva sembra attenuarsi nella sua ascesa. Questo dato è importante ma vogliamo dare una lettura che ci porta una considerazione: non allentiamo le misure di distanziamento adottate. A livello nazionale ci sono delle aree con una fortissima circolazione, il Lombardia così come in Emilia, Piemonte, ma ci sono altre aree del Paese con circolazione limitata dove in realtà la scommessa è fare in modo che non diventino aree rosse”.

Misure restrittive e sicurezza per gli operatori sanitari che “sono il bene più prezioso per poter garantire adeguata assistenza alle persone. Parliamo di tutte le categorie che lavorano nel sistema sanitario dai medici ai trasportatori”, visto che dai dati emerge come dopo una prima fase di picco degli infetti anche qui c’è stata una curva contenuta. Ma non solo gli operatori sono da salvaguardare, ma anche i cittadini più fragili. Per questo sia Brusaferro che Locatelli hanno posto l’attenzione su case di riposo e Rsa, dove più si concentrano queste persone. “L’infezione per alcuni soggetti – hanno aggiunto – è stata la causa di morte, per altri ha contribuito in maniera significativa; c’è una chiara percezione da parte di tutte le autorità sanitarie dell’impatto del virus letale” ha confermato Locatelli. “Le case di riposo, le Rsa – ha aggiunto – hanno una popolazione di soggetti particolarmente anziani, con patologie concomitanti è quello che stiamo facendo è tutelarli al massimo”.