Prezzo gas metano oggi in Italia: quanto sono aumentati i costi con la guerra in Ucraina?

Prezzo gas metano oggi in Italia: aumenti significativi del carburante a causa della guerra in Ucraina e delle sanzioni alla Russia.

Prezzo gas metano oggi in Italia: quanto sono aumentati i costi con la guerra in Ucraina?

Prezzo gas metano oggi in Italia: la guerra in Ucraina e le tensioni sempre più forti che stanno caratterizzando il rapporto tra Russia e Occidente stanno causando un aumento esponenziale dei costi in materia di energie e carburanti.

Prezzo gas metano oggi in Italia e guerra in Ucraina: quanto costa?

Con il procedere della guerra in Ucraina, il prezzo del gas continua ad aumentare in Italia e in Europa, fortemente dipendenti dall’importazione del prodotto dalla Russia.

Secondo quanto riferito da Ttf (Title Transfer Facility) di Amsterdam, il prezzo del gas che riscalda le case degli italiani e rappresenta uno dei carburanti indispensabili per le loro auto ha raggiunto un massimo di 295 euro per MWh. Nello stesso periodo del 2021, i costi si attestavano su circa 18 euro per MWh ma, nel periodo estivo, avevano già cominciato a mostrare trend in ascesa. Il 24 febbraio 2022, invece, con lo scoppio del conflitto russo-ucraino, il prezzo si era attestato sui 132 euro per MWh rispetto agli 88 euro per MWh del giorno precedente.

Per quanto riguarda il prezzo del gas metano utilizzato per le auto, proprio come quanto già avvenuto con il prezzo della benzina, le stazioni per il rifornimento del carburante presentano un aumento prezzo medio di circa 2,003 euro/kg. I costi presentano oscillazioni che risultano essere comprese tra 1,901 e 2,077 euro/kg.

Guerra in Ucraina e aumento costi carburanti: la decisione dell’Italia

In merito all’aumento dei costi del gas e alla necessità dell’Italia di rendersi indipendente dalle importazioni russe, è intervenuto il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani.

Nel corso della sua partecipazione ad Agorà, in onda su Rai 3, il ministro ha dichiarato: “Stiamo lavorando con impianti nuovi, rigassificazione e contratti a lungo termine, rinforzo delle nostre infrastrutture e ragionevolmente in 24-30 mesi dovrebbero consentirci di essere completamente indipendenti dalla Russia – e ha aggiunto –. Abbiamo 3 rigassificatori al 60 per cento che potranno essere portati a una efficienza migliore. Quest’anno poi installeremo il primo rigassificatore galleggiante, e poi costruiremo altre infrastrutture nei prossimi 12-24 mesi. Se la situazione rimarrà com’è adesso e consumeremo lo stesso gas di oggi, accelerando su tutte le rinnovabili, potremo comunque garantire il percorso di decarbonizzazione al 50 per cento”.