Processi a carico di Berlusconi: “La Meloni batte in ritirata sui processi a Silvio. Ma il conto lo paga il Paese”. L’intervista all’avvocato Gianluigi Pellegrino

Processi a carico di Berlusconi: il governo Meloni non si interessa più di Silvio. Parla l'avvocato anti-casta Pellegrino.

Processi a carico di Berlusconi: “La Meloni batte in ritirata sui processi a Silvio. Ma il conto lo paga il Paese”. L’intervista all’avvocato Gianluigi Pellegrino

La Presidenza del Consiglio sta ritirando la costituzione di parte civile da tutti i processi a carico di Silvio Berlusconi. Dopo il Ruby ter, la stessa scelta è stata compiuta anche per il processo ‘escort’ di Bari. Una decisione che la Meloni ha giustificato con l’avvenuto cambio del quadro politico.

Processi a carico di Berlusconi: l’intervista all’avvocato Gianluigi Pellegrino

Avvocato Gianluigi Pellegrino ci può spiegare che costa sta succedendo?
“Per capirlo bisogna chiarire che esistono due distinti piani: quello politico e quello giuridico. Riguardo al primo faccio notare che sarebbe a dir poco sorprendente e singolare che un Governo continui a fare causa risarcitoria contro un leader della maggioranza che lo supporta. Onestamente non penso che qualcosa del genere sia mai avvenuta nella storia politica e per questo mi sembra comprensibile che politicamente si sia voluto evitare una situazione che avrebbe del paradossale. Ovviamente giuridicamente è tutta un’altra storia e il governo compie quella scelta politica assumendosi le eventuali responsabilità giuridiche ed erariali. Questo perché ove mai dovesse arrivare una condanna penale e ci si verificassero i presupposti per il risarcimento, il governo potrebbe rispondere della sua marcia indietro. Tutto questo il Governo lo sa e ha preso una decisione consapevole per mantenere una coerenza politica. Com’è giusto sottolineare anche che il Governo ne risponderà anche davanti agli elettori qualora la sua decisione dovesse impedire di recuperare un eventuale risarcimento”.

Chi ha ragione tra chi sostiene che è stata una scelta politica sacrosanta e chi parla di una decisione giuridicamente sbagliata?
“Sono vere entrambe le cose. Ha ragione sia chi dice che la decisione è giuridicamente contestabile, sia chi dice che politicamente sarebbe a dir poco singolare che un Governo continui a fare causa a un leader importante che compone la sua maggioranza. Il punto è un altro, ossia che pur essendo comprensibile l’esigenza politica, bisogna tenere bene a mente che questa porta con sé un’assunzione di responsabilità non solo politica ma anche civilistica ed erariale. Ovviamente stiamo parlando di ipotesi perché sono eventualità sono tutte da valutare”.

Dal punto di vista prettamente legale, le sembra normale che simili decisioni si fondino su presupposti esclusivamente politici e che poi a pagare sia la collettività?
“Guardi è sempre così. Ogni scelta politica che comporta un impatto in termini di spesa, è fatale che il governo ne debba rispondere sia politicamente, sia per il fatto in sé di aver provocato un eventuale danno allo Stato, e sia davanti ai cittadini che devono poter giudicare se quella scelta sia stata corretta o meno. Ma è bene sottolineare che non esiste un meccanismo automatico che preveda che in caso di condanna scatti immediatamente un procedimento risarcitorio; c’è l’ipotesi ma va valutata e verificata caso per caso”.

Poche settimane fa si è verificato la strage in mare davanti alle spiagge di Cutro. A suo parere esistono eventuali responsabilità da parte del Governo?
“Se fosse provata l’omissione di soccorso, allora la richiesta risarcitoria sarebbe probabile in favore dei parenti delle vittime com’è normale che sia. La questione effettivamente va indagata e verificata. Reputo plausibile che ci siano responsabilità anche se constato che al momento non mi sembra che ce ne sia prova. Su questo sta lavorando la magistratura che dovrà chiarire il caso”.

A proposito di danno d’immagine, che ne pensa del senatore Matteo Renzi che va in giro per il mondo a fare conferenze?
“L’attività politica che si basa sull’espressione di opinioni su argomenti di rilievo politico, non è commerciabile. Sarebbe opportuno escludere che qualcuno possa commercializzare questa sua attività la quale smetterebbe di essere libera ma inquinata da altri tipi di rapporti e interessi”.

Renzi si è sempre difeso dicendo che lo ha fatto in qualità di public speaker e non nella qualità di politico e parlamentare. La convince come giustificazione?
“Come si fa a distinguere le due cose? Sta parlando ed è un tema politico, non c’è molto altro da aggiungere. Le faccio notare che quando i parlamentari chiedono l’immunità per le opinioni politiche espresse, fanno proprio questo tipo di ragionamento per tutelarsi quindi; o vale sempre o non vale mai”.

Di recente ha fatto scalpore la proroga delle concessioni balneari di un ulteriore anno da parte di Meloni & Co che ha fatto inalberare il Quirinale, il Consiglio di Stato e l’Unione europea. Questo braccio di ferro può portare a una procedura d’infrazione da parte dell’Ue?
“Questa è un’altra scelta politica che il Governo sa benissimo essere clamorosamente illegittima. Anche qui si tratta di una decisione assunta in modo pienamente consapevole. Le
faccio notare che il Consiglio di Stato avendo immaginato come sarebbero potute andare le cose, aveva messo le mani avanti sostenendo che anche le norme che sarebbero intervenute con ulteriori proroghe sarebbero state da considerare anticomunitarie. Ma il Governo ha insistito e il danno è fatto. Temo si verificherà un gran pasticcio perché ci sarà questa nuova norma che si pretenderà di applicare ma non mancheranno giudici che la disapplicheranno e manderanno i carabinieri a togliere gli ombrelloni. Per non parlare del fatto che è sicuro che ci sarà una procedura d’infrazione da parte dell’Unione europea verso il nostro Paese”