Può esserci un regista dei dossieraggi. Il procuratore Melillo in Commissione Antimafia

Ieri c’è stata l’attesa audizione in commissione Antimafia del capo della Dna Giovanni Melillo sull’inchiesta relativa ai presunti dossieraggi.

Può esserci un regista dei dossieraggi. Il procuratore Melillo in Commissione Antimafia

Dopo le surreali polemiche del centrodestra che per giorni ha chiesto – senza ottenerla – l’esclusione di Federico Cafiero De Raho, alla fine c’è stata l’attesa audizione in commissione del procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo sull’inchiesta relativa al presunto dossieraggio ai danni di politici e manager tra cui l’attuale presidente della Figc, Gabriele Gravina. Proprio quest’ultimo da vittima degli accessi abusivi è ora indagato in un procedimento spin off, portato avanti dai pm di Roma, in cui gli viene contestata l’appropriazione indebita e l’autoriciclaggio per aver incassato i soldi di una caparra stanziata per la vendita, poi sfumata, di una collezione di libri. Denaro poi reinvestito da Gravina per l’acquisto di una casa a Milano.

Il numero uno della Federcalcio Gravina è tra le vittime degli accessi abusivi. Ma ora è accusato di autoriciclaggio

Così mentre dalla Capitale arrivava questa novità giudiziaria, in commissione iniziava l’audizione di Melillo che esordiva spiegando di aver “chiesto di essere ascoltato” sia per “serio e sincero spirito istituzionale” e sia per fare in modo che “vengano colti i fatti e i problemi”, “allontanando il pericolo di disinformazione, di speculazione e di letture strumentali di vicende che riguardano delicate funzioni statuali”. Lo stesso poco dopo ha ulteriormente chiarito che il suo intervento è atto a mettere a “tacere delle punte di scomposta polemica che sembrano mirare non ad analizzare la realtà e a contribuire alla sua comprensione e all’avanzamento degli equilibri del sistema ma ad incrinare l’immagine dell’ufficio e a delegittimare l’idea di istituzioni neutrali come la Procura nazionale antimafia e magari anche la Banca d’Italia”.

Un intervento in cui Melillo ha voluto sottolineare con decisione che “l’ufficio che ho l’onore e la responsabilità di dirigere può dire di avere le carte pienamente in regola avendo sviluppato con grande impegno un’azione di profonda trasformazione dei metodi e delle prassi di lavoro, nella piena trasparenza delle scelte e con la condivisione unanime di tutti i procuratori distrettuali”. Detto questo, il procuratore nazionale Antimafia non nasconde la preoccupazione per quanto sta appurando la Procura di Perugia, guidata dal procuratore Raffaele Cantone che come noto verrà sentito oggi in commissione.

“La gravità dei fatti in corso è estrema”

“La gravità dei fatti in corso è estrema” ammette Melillo che poi spiega che “le Sos (Segnalazioni di operazioni sospette, ndr) sono strumenti delicatissimi e importantissimi” a fini investigativi, perché “contengono dati, notizie, informazioni in grado di profilare chiunque, e rivelare la natura delle nostre relazioni sociali” e proprio perché delicate è necessario “il massimo rigore nelle procedure di accesso e di controllo successivo”.

Ieri c’è stata l’attesa audizione in commissione Antimafia del capo della Dna Giovanni Melillo sull’inchiesta relativa ai presunti dossieraggi

Entrando nel merito dell’inchiesta ha spiegato che “le condotte attribuite al sottotenente Pasquale Striano, al di là degli eventuali accertamenti investigativi, mi paiono difficilmente compatibili con logiche di deviazione individuale” e per questo “è chiaro che andrà compresa la rete di relazioni di Striano” come sta facendo “la Procura di Perugia”. Non solo. Melillo aggiunge di credere “che esista un mercato delle informazioni riservate, si tratta di capire se sia regolato dalla casualità e da un numero infinito di attori tra loro non collegato, o se esistano logiche più ampie”. Incredibilmente davanti all’importanza delle dichiarazioni di Melillo, a tenere banco è la polemica sulla partecipazione del 5S Cafiero De Raho in commissione con Davide Faraone di Italia Viva che rilanciava la polemica: “Avevamo detto che per ragioni d’opportunità sarebbe stato meglio se Cafiero De Raho non partecipasse” ma “apprendiamo che ha ribadito baldanzoso” di non voler rinunciare a partecipare.