Pure la Madia fa propaganda con i precari. La ministra promette l’impossibile agli statali. Ultimo azzardo dopo lo stop alla sua riforma

Il piano di assunzioni di Marianna Madia dovrebbe interessare quanti hanno maturato almeno tre anni di servizio. Ma sembrerebbe più che altro uno spot

Novità importanti sul fronte pubblica amministrazione. Almeno nelle intenzioni. Secondo quanto trapelato ieri dal ministero diretto da Marianna Madia, il piano straordinario di assunzioni per il superamento del precariato storico della Pubblica amministrazione interesserà quanti hanno maturato almeno tre anni di servizio, anche non continuativi, di cui la ministra parlerà oggi, in un tavolo tecnico previsto per le ore 15,30, con le organizzazioni sindacali interessate. L’oggetto dell’incontro è il “riordino della disciplina del lavoro pubblico”, incluse le “questioni annesse” alla delega per la riforma. Sarebbe insomma questa l’anzianità richiesta: nelle bozze della riforma Madia finora circolate, infatti, il numero di anni non era ancora stato specificato. Parliamo, dunque, di una platea che definire vasta è un eufemismo. E la tempistica non può che passare inosservata.

Il no della Consulta – Da un dato, infatti, non si può prescindere. Bisogna ricordare che il compito principe assegnato alla Madia dall’allora premier Matteo Renzi era quello di giungere a una riforma della Pubblica amministrazione che risolvesse anche l’annoso problema dei precari. Dopo tanto tribolare, come si ricorderà, la parola “fine” è arrivata con la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato la riforma, dichiarandola per l’appunto incostituzionale, poco prima dell’appuntamento referendario. Tanto che, non a caso, più di qualcuno ha ragionato, anche qui, sulla tempistica, rintracciando una non casuale vicinanza tra la data del 4 dicembre e la bocciatura della Consulta alla riforma Madia, arrivata nemmeno dieci giorni prima, il 25 novembre. Ma, al di là di questo dettaglio, ora la ministra rilancia. E, anzi, alza il tiro dato che, come detto, la bozza partorita dal dipartimento della Funzione Pubblica prevede che a dover essere stabilizzati sono tutti i precari che hanno collezionato tre anni nella pubblica amministrazione. Anche – si badi bene – se questi tre anni non sono stati continuativi. Un dettaglio, questo, che allarga enormemente la platea degli interessati. Rendendo, gioco forza, il provvedimento di difficile attuazione. Certo, è anche vero che si tratta di dare risposte all’Europa, che da tempo ha acceso un faro sui contratti a termine nella pubblica amministrazione italiana.

VOTO VICINO? – Eppure il “rilancio governativo” arriva proprio ora, nel turbolento clima post-direzione Pd, con lo spauracchio delle elezioni anticipate sempre presente. Ed ecco che arriva la Madia promettendo agli statali precari l’impossibile. Un particolare che non può non sembrare una manovra propagandistica, per recuperare voti da tutti coloro che nutrivano profonde speranze in una riforma della Pa mai giunta a compimento e che, proprio in virtù di ciò, avevano voltato le spalle al Pd. Che ora tentano il tutto per tutto. Con la solita Madia.