Putin a Teheran: il rilancio dell’asse anti Nato e la minaccia del grano contro le sanzioni occidentali

Putin a Teheran: dal lancio dell’asse anti Nato alla minaccia del blocco del grano se le sanzioni occidentali non verranno revocate.

Putin a Teheran: il rilancio dell’asse anti Nato e la minaccia del grano contro le sanzioni occidentali

Putin a Teheran. Nel corso della visita in Iran, il leader del Cremlino ha rilanciato l’asse anti Nato e ha affrontato la questione dello sblocco dell’export del grano insieme alla Guida suprema Ali Khamenei, al presidente Ebrahim Raisi e al leader turco Tayyip Recep Erdogan.

Putin a Teheran: il rilancio dell’asse anti Nato

In occasione del suo primo viaggio fuori dalla Russia dopo l’inizio dell’operazione militare speciare in Ucraina, il presidente Vladimir Putin si è recato a Teheran per intrattenere colloqui con la Guida suprema Ali Khamenei, con il presidente Ebrahim Raisi e il leader turco Tayyip Recep Erdonan. In questo modo, il leader del Cremlino ha voluto dimostrare all’Occidente che Mosca non è ancora stata isolata nonostante le forti tensioni che caratterizzano i rapporti con l’Europa e gli Stati Uniti d’America.

In Iran, Putin ha dimostrato i progressi fatti grazie alla mediazione di Ankara per sbloccare l’export del grano ucrainoripristinando il funzionamento dei porti sul Mar Nero. Con i leader della Repubblica islamica, invece, ha ribadito la condivisa determinazione a lottare con l’ingerenza degli Stati Uniti e il pressing esercitato dalle forze americane. Del resto, la visita del leader russo a Teheran organizzata a pochi giorni dal viaggio in Israele e in Arabia Saudita compiuto dal presidente USA Joe Biden si traduce in un potente messaggio inviato dalla Russia all’Occidente rispetto alla volontà del Cremlino di stringere forti legami strategici con Iran, India e Cina per ribellarsi alla politica sanzionatoria varata dall’Europa e da Washington.

A proposito dell’alleanza tra Mosca e Teheran, sono stati firmati svariati accordi che ribadiscono la cooperazione tecnico-militare tra i due Paesi e che si focalizzano su questioni come l’agricoltura, il settore informatico, lo Spazio, l’energia nucleare e la sicurezza.

Il legame tra i due Stati è stato sottolineato dal consigliere diplomatico del Cremlino, Yuri Ushakov, prima del viaggio di Putin. Il consigliere, infatti, ha dichiarato che, per Mosca, “il contatto con Khamenei è molto importante” poiché “sulla maggior parte delle questioni, le nostre posizioni sono vicine o identiche”.

L’alleanza tra la Russia e l’Iran

L’alleanza con l’Iran è stata rafforzata anche tramite la firma da parte del colosso energetico russo Gazprom del nuovo memorandum d’intesa del valore di 40 milioni di dollari. L’accordo, che coinvolge la compagnia petrolifera statale Nioc, è stato commentato da Putin che, dopo il colloquio con Raisi, ha asserito che le relazioni tra Iran e Russia “si stanno sviluppando a buon ritmo”.

A Teheran, Khamenei ha chiesto di inaugurare una cooperazione a lungo termine con Mosca, segnalando a Putin che i due Stati devono restare “vigili contro l’inganno occidentale”. Se il leader di Mosca ha garantito di voler preservare l’indipendenza dagli Stati Uniti e ha invitato l’Iran a usare le valute nazionali negli scambi commerciali, la Guida suprema ha affermato che “il dollaro deve essere gradualmente eliminato dal commercio globale”.

Putin a Teheran: la minaccia del grano contro le sanzioni occidentali

In occasione della visita a Teheran, uno dei momenti più attesi era l’incontro tra Putin ed Erdogan. Si è trattato, infatti, del primo bilaterale del leader del Cremlino con un Paese Nato dal 24 febbraio. I due leader hanno esaminato le opzioni possibili per far ripartire le esportazioni di grano dall’Ucraina, sbloccando forniture fondamentali per riuscire a risolvere la crisi alimentare globale prima che la situazione diventi irreparabile. A rischio, soprattutto le popolazioni di Africa e Medio Oriente.

Sul grano, Russia, Ucraina, Turchia e ONU dovrebbero firmare presto un accordo per consentire la ripresa dell’export di grano attraverso il Mar Nero. Al momento, tuttavia, non sono emersi ulteriori dettagli rispetto alle modalità che verranno attivate per consentire lo sblocco del commercio del grano ucraino.

“Non tutte le questioni sull’esportazione del grano ucraino dai porti del Mar Nero sono state ancora risolte, ma il fatto che ci sia movimento è già positivo”, ha spiegato Putin, ringraziando il presidente turco per i “progressi” effettuati.

Alle parole del leader del Cremlino, Erdogan ha risposto: “Nell’ultimo incontro avvenuto a Istanbul, l’approccio della delegazione russa è stato assolutamente positivo. Spero che il nostro incontro porti dei frutti”.

La Russia, tuttavia, ha precisato di essere pronta a cooperare allo sblocco del grano ucraino ma ha chiesto che tutte le restrizioni alle esportazioni del grano russo imposte dall’Occidente vengano rimosse. Inoltre, il Cremlino ha ricordato che anche l’Arabia Saudita, gli Emirati arabi uniti e altri Paesi, oltre alla Turchia, si stanno impegnando nel ruolo di mediatori per risolvere la crisi presente in Europa. La posizione di Mosca è stata riportata dall’agenzia di stampa Tass.