Putin in Crimea ora gioca alla guerra

di Fausto Tranquilli

Assalti alle basi militari ucraine ed esercitazioni in patria. La Russia, dopo aver annesso la Crimea incurante dei richiami al rispetto del diritto fatti dalla comunità internazionale, continua a giocare alla guerra. Una situazione che sta creando imbarazzi sempre maggiori all’Occidente, timoroso di innescare un conflitto devastante da un lato e conscio dell’impossibilità di restare inerte dall’altro. Ancora troppo forti risuonano le parole di Winston Churchill dopo il congresso di Monaco e l’annessione da parte della Germania nazista del territorio dei Sudeti, in Cecoslovacchia. Hitler sosteneva che quella terra era abitata in prevalenza da tedeschi e doveva essere parte del Reich. Anche Putin ora afferma che la Crimea è di fatto russa e deve rientrare all’interno della federazione. Lo statista inglese, dopo che le potenze europee si erano piegate al fuhrer, disse: “Potevano scegliere tra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore e avranno la guerra”. Purtroppo fu profeta. E quel monito è ben presente ai Governi dell’occidente.

Grandi manovre
Il presidente russo intanto continua a proseguire sulla sua strada. Ieri duecento miliziani filorussi hanno occupato la sede della marina ucraina a Sebastopoli, capitale del Paese, catturando il comandante Serhiy Haiduk. Un attacco è stato sferrato alla base militare ucraina nell’ovest della Crimea, a Novoozerne. E poi sempre i russi hanno occupato due basi militari ucraine a Ievpatoria. Mosca è inoltre impegnata in nuove esercitazioni, con oltre cinquemila artiglieri delle truppe aviotrasportate coinvolti appunto nelle esercitazioni di tiro in otto regioni russe. Manovre che potrebbero andare avanti per due mesi e per le quali è previsto l’impiego di oltre mille mezzi militari. Venti di guerra, mentre Vladimir Putin continua a sondare il terreno attorno a lui, alla ricerca di possibili alleati, strategia che lo ha portato anche a contattare telefonicamente il premier indiano, Monmohan Singh, per parlargli dell’Ucraina e di quanto sta accadendo in Crimea.

Aperture e minacce
L’Occidente va avanti cercando di restare ben saldo sulla via della diplomazia. Minacciando il nuovo zar, ma non troppo. Anche ieri il dialogo è stato auspicato sia dal presidente americano, Barack Obama, che dalla cancelliera tedesca, Angela Merkel. Il vicepresidente degli Usa, Joe Biden, ha poi dichiarato che quanto sta facendo Putin è una minaccia non solo per l’Ucraina, ma per tutto il mondo, respingendo l’”uso brutale della forza” per ridisegnare la cartina dell’Europa postbellica. A fargli eco il presidente dell’Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, Didier Burkhalter: “L’annessione della Crimea alla Russia è contro il diritto internazionale”. E il premier inglese David Cameron, che parlando alla Camera dei Comuni ha sostenuto che va valutata l’ipotesi di escludere in maniera permanente la Russia dal G8.

I provvedimenti
Dopo aver disposto le sanzioni, l’Occidente ha deciso di far saltare l’incontro che era ieri in programma tra Putin e il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy. “L’Unione europea non ha voluto conoscere la verità. Dopotutto, perché avrebbe dovuto venire a conosce la verità, se tutto è già deciso?”, ha sostenuto dinanzi a tale mossa un risentito ministro degli esteri russo. Oggi, invece, è in programma un incontro a Mosca tra il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon, e Putin. Il segretario Onu si recherà poi domani a Kiev, per incontrare il presidente Oleksandr Turchynov e il premier Arseniy Yatsenyuk. L’Europa, infine, ha deciso di stanzare un altro miliardo, aggiungendolo ai 610 milioni già deliberati, per un piano di assistenza macrofinanziaria all’Ucraina. Una decisione presa da Bruxelles e annunciata dal vicepresidente della Commissione europea, Olli Rehn. Uno scenario ancora confuso.