Putin vola nei sondaggi solo perché terrorizza tutti. Secondo un’indagine indipendente il Cremlino gode dell’80% dei consensi. Ma il dato è falsato dalla repressione

Dopo settantasei giorni di guerra e decine di migliaia di militari morti, il consenso popolare per Vladimir Putin è alle stelle.

Putin vola nei sondaggi solo perché terrorizza tutti. Secondo un’indagine indipendente il Cremlino gode dell’80% dei consensi. Ma il dato è falsato dalla repressione

Dopo settantasei giorni di guerra e decine di migliaia di militari morti, il consenso popolare per Vladimir Putin è alle stelle. Secondo il Centro Levada, l’organizzazione russa indipendente specializzata in sondaggi e ricerche sociologiche, lo zar è sostenuto dall’ottanta per cento dei russi.

Il consenso popolare per Vladimir Putin è alle stelle. È sostenuto dall’ottanta per cento dei russi

Un plebiscito sorprendente che non è stato certificato da qualche organizzazione filogovernativa ma dal suo esatto opposto ossia dall’ente che la stessa Federazione russa riconosce come “un agente straniero”. Peccato che, al contrario di quanto dicano i motti popolari, i numeri talvolta mentono.

È proprio questo il caso dove a sorprendere non è la percentuale di persone favorevoli allo zar ma il perché lo sostengono. Il dato – riportato anche da Novaja Gazeta ossia il periodico russo indipendente finito al centro delle invettive del Cremlino – non può essere considerato minimamente affidabile per una sterminata serie di ragioni e, anzi, diverse evidenze suggeriscono che Putin non sia così saldo al potere come si potrebbe immaginare.

In primo luogo il Centro Levada fa notare come il consenso per il leader del Cremlino ha sempre seguito una dinamica ondulatoria, ossia scende in tempi di calma mentre balza verso l’alto quando di mezzo c’è un conflitto in cui mostrare i muscoli. È già successo nel 2008 con la guerra in Georgia quando i russi, in un sondaggio pressoché identico, hanno assegnato ben l’88% delle preferenze.

Un copione bissato anche nel 2014 quando la cifra – proprio come ora con l’Ucraina – ha toccato l’80%. In entrambi i casi l’istituto indipendente ha notato che, a fronte della condanna unanime dell’occidente, i russi si sono compattati convincendosi “di avere ragione”. Del resto in quelle occasioni le sanzioni contro il Cremlino erano state piuttosto blande. Ma questa volta “è diverso”, si legge nel report, perché “l’azione militare si sta rivelando né rapida né incruenta” e questo aspetto “lo capiscono tutti, anche quelli che ascoltano solo le voci che escono dai loro televisori”.

Proprio le sanzioni, però, stanno smuovendo pesantemente l’opinione pubblica visto che è forte l’ansia in vista di quelli che vengono definiti “tempi di magra” e di “recessione economica”. Per meglio capire cosa sta accadendo, il Centro Levada fa notare come esiste “una scuola di pensiero che proviene dall’epoca sovietica secondo cui il frigorifero è più potente della Tv” e questo concetto si traduce nella paura che il frigorifero presto sarà terribilmente vuoto.

Come se non bastasse, a falsare i dati c’è la natura stessa della Federazione russa che, al contrario dell’Europa o gli Stati Uniti, non è una democrazia ma un’oligarchia governata da 30 anni – in modo quasi continuo – da Putin. In un simile contesto politico è chiaro che il sondaggio, mancando le necessarie garanzie di poter esprimere liberamente la propria posizione, non può che essere falsato.

Che le cose stiano così ce lo ricorda la cronaca quotidiana che, dall’inizio del conflitto in Ucraina, ha mostrato le immagini di migliaia di persone che, in diverse città della Russia, hanno manifestato pacificamente il proprio dissenso per le azioni dello zar.

Azioni a cui il leader del Cremlino ha risposto con il pugno di ferro ossia con arresti arbitrari, spesso documentati in diretta tv, di migliaia di persone. Insomma a pesare sul giudizio dei russi è soprattutto la “paura” delle rappresaglie che Putin e i suoi potrebbero – e possono – mettere in pratica verso chi esprime opinioni che vanno in un senso diametralmente opposto a quello del potere precostituito. Proprio per questo si crea questa dinamica perversa, secondo l’articolo di Novaja Gazeta, che porta i cittadini ad allinearsi alla posizione dominante pur di evitare ogni qualsivoglia di “punizione”.

A beneficiare di tutto ciò è il Cremlino che può raccontare la sua surreale versione della guerra e delle cause che l’hanno provocata, in un’assurda sequela di balle propagandistiche, asserendo che il supporto al conflitto e al loro stesso leader è pressoché totale quando, in realtà, le cose potrebbero essere abbastanza diverse da come le raccontano.