Rafah, Israele allarga le operazioni militari e nella città è iniziato un esodo biblico. Per l’Onu la situazione è critica con 100mila persone che sono già fuggite

Rafah, Israele allarga le operazioni militari e nella città è iniziato un esodo biblico. Per l'Onu la situazione è critica e peggiorerà

Rafah, Israele allarga le operazioni militari e nella città è iniziato un esodo biblico. Per l’Onu la situazione è critica con 100mila persone che sono già fuggite

Dopo che Israele ha alzato il tiro intensificando i bombardamenti, oltre 100mila persone hanno abbandonato Rafah. Un vero e proprio esodo denunciato dall’Onu, che parlano del più grande movimento di popolazione nella Striscia di Gaza da molti mesi a questa parte. Una situazione destinata a peggiorare ulteriormente visto che nella città più meridionale della Palestina, al momento trovano riparo oltre un milione di sfollati dal resto della Striscia di Gaza.

Proprio per questo, complice l’aumento delle attività militari, le Nazioni Unite sono convinte che l’esodo dei palestinesi è destinato ad aggravarsi, con migliaia di sfollati che non potranno fare altro che cercare riparo in accampamenti improvvisati e senza alcun servizio.

Rafah, Israele allarga le operazioni militari e nella città inizia l’esodo

Davanti a questo scenario di guerra, continua il botta e risposta tra Israele e Stati Uniti. “La decisione di stoppare le armi a Israele se il governo di Tel Aviv dovesse lanciare un’offensiva su grande scala a Rafah è infelice e invia un messaggio sbagliato a Hamas e ai nemici di Israele”, è quanto ha affermato l’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti, Michael Herzog.

Di tutt’altro avviso il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, che in una telefonata con la sua controparte egiziana, ha riaffermato la “chiara posizione del presidente Joe Biden secondo cui gli Stati Uniti non sostengono un’operazione militare su larga scala a Rafah”. Lo stesso ha poi ribadito il “rifiuto degli Stati Uniti di qualsiasi spostamento forzato di palestinesi da Gaza”.

Poi Blinken, concludendo, ha “espresso il sostegno degli Stati Uniti alla riapertura del valico di Rafah e alla continuazione della fornitura di assistenza umanitaria urgentemente necessaria”.