Raffaele Marra rischia una condanna per corruzione. La sentenza per la vicenda che coinvolge anche il costruttore Scarpellini ci sarà il 13 dicembre

Marra all’epoca dei fatti era direttore dell’ufficio Politiche abitative e capo del Dipartimento del patrimonio e della casa del Comune di Roma

Mazzette o prestito tra amici. Questo è il dilemma che, il prossimo 13 dicembre, verrà sciolto dai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Roma attraverso l’attesa sentenza del processo in cui è imputato, per corruzione, Raffaele Marra. L’uomo, all’epoca dei fatti direttore dell’ufficio delle Politiche abitative del Comune di Roma e capo del Dipartimento del patrimonio e della casa, rischia una pesante condanna a quattro anni e sei mesi di reclusione come sollecitato oggi dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pubblico ministero Barbara Zuin. Un’udienza, questa, che secondo le previsioni sarebbe dovuta terminare con il verdetto dei giudici ma che, dopo otto ore di dibattimento, è stata rinviata per effettuare eventuali repliche e la decisiva camera di consiglio. Nel procedimento figurava anche l’ottantenne imprenditore Sergio Scarpellini, anch’esso accusato di corruzione, ma la sua posizione è stata stralciata per le sue precarie condizioni di salute. La vicenda riguarda la presunta tangente da 367mila euro che Marra avrebbe ricevuto da Scarpellini per l’acquisto di una casa.