Rai, lo spreco senza fine. Solo a Roma la direzione generale ha 28 sedi

di Stefano Sansonetti

Sarà l’eredità della Rai che fu. Sarà il solito caso di stratificazione di uffici che si sono accumulati nel periodo in cui a viale Mazzini c’erano le vacche grasse. Di sicuro a leggere le carte dell’ultimo bando Rai per l’appalto relativo alla manutenzione di alcuni immobili aziendali c’è più di qualche argomento su cui riflettere. Dal dettagliatissimo disciplinare di gara, per esempio, si apprende che la direzione generale di Roma vanta la bellezza di 28 “insediamenti” in altrettanti indirizzi disseminati per la capitale. E parliamo solo della direzione generale. Domanda semplice semplice: cosa ci fa mamma Rai con tutto questo bendidio?

IL CONTESTO
L’impressione, in un’epoca di spending review più sbandierata che reale, è che molte di queste sedi servano soltanto agli esercizi di potere di qualche “signorotto” dell’azienda tv. Per carità, si tratta di una pesante eredità in carico all’attuale dg Antonio Campo Dall’Orto. Sulla quale, però, probabilmente è arrivato il momento di agire. Anche perché la maggior parte di questi insediamenti si trova nel quartiere romano Prati, dove già sorge la storica sede di viale Mazzini. Così, tanto per fare qualche riferimento, tra gli insediamenti della direzione generale nel quartiere abbiamo quelli di viale Angelico, piazzale Clodio, via Col di Lana, via della Giuliana, viale Giulio Cesare, via Monte Santo, via Monte Zebio, via Montello, via Umberto Novaro, via Oslavia, via Pasubio e via Silvio Pellico. Ma il menù definitivo, come detto, arriva a 28 sedi. Oggettivamente troppe, anche perché mantenerle costa tanto. Per dire, l’appalto per la manutenzione degli immobili, valido per le sedi romane della direzione generale e per quelle di Torino, nonché per le altre sedi regionali della Rai, vale complessivamente 4,5 milioni in due anni. Il tutto diviso in nove lotti. Ma quello più costoso, 1,5 milioni, riguarda proprio gli insediamenti Rai della capitale. E sono bruscolini rispetto ai costi di altri appalti di viale Mazzini.

L’IMPATTO
Si prenda la commessa quadriennale per la pulizia delle sedi Rai di Roma, Napoli, Milano e Torino. Parliamo di una gara del valore complessivo di 35,6 milioni di euro. La cui magna pars, 20,6 milioni, riguarda proprio i due lotti romani. Stesso canovaccio per l’appalto triennale relativo alla manutenzione degli impianti di riscaldamento e ventilazione delle sedi Rai di Roma, Napoli, Milano e Torino. Anche qui, su un totale di 7,4 milioni di euro, 5,7 se ne vanno per i soli lotti romani. Discorso simile, anche se un po’ più complesso, per la fornitura di energia elettrica alle sedi di Rai e Rai Way. In questo caso parliamo di 81 milioni di euro in due anni, di cui 45,3 relativi alle sedi Rai. Ma anche qui quelle romane la fanno da padrone. Senza contare i 5,4 milioni in tre anni dell’appalto per manovalanza, trasporto e trasloco tra le sedi romane dell’azienda Tv, o i 2 milioni di euro in due anni per gli spostamenti in macchina, sempre tra le sedi della capitale. E si tratta soltanto di un assaggio dei costi complessivamente generati da questa galassia di immobili. Come si vede, allora, il peso economico è fondamentalmente dato dall’incredibile serie di appalti che servono ad alimentare i 28 insediamenti della direzione generale Rai all’interno della capitale. Per questo una loro razionalizzazione servirebbe proprio a contenere i costi prodotti dall’incredibile girandola di appalti.

Twitter: @SSansonetti