Regeni, l’appello ai liceali romani: non smettete di chiedere la verità. I genitori del ricercatore ucciso in Egitto ricevuti da Mattarella

Arriva a Roma la ciclostaffetta per Regeni partita da Duino

“A 32 mesi dalla morte di Giulio Regeni al Cairo ancora non abbiamo avuto risposte. La moglie del nostro consulente è stata arrestata senza motivo, unica sua colpa è di essere legata in qualche modo a chi indaga su quei fatti. Non dobbiamo smettere di chiedere verità per Giulio e ora anche per Amal Fathy”.  E’ quanto ha detto Alessandra Ballerini, legale della famiglia di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso in Egitto nel 2016, parlando ai liceali delle scuole romane in occasione della conclusione della ciclostaffetta per Regeni partita da Duino (Trieste) il 22 settembre scorso.

I genitori di Giulio Regeni, Paola Deffendi e Claudio Regeni, e la sorella Irene, sono stati ricevuti oggi dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Della delegazione ricevuta al Quirinale facevano parte anche l’avvocato Ballerini e i partecipanti alla ciclostaffetta itinerante “A Roma per Giulio”.

Questa sera, sempre a Roma, al Teatro India, si terrà una iniziativa promossa da Possibile per ricordare Regeni e chiedere la verità sulla sua morte. “Oggi – affermano in una notacla segretaria e il fondatore di Possibile, Beatrice Brignone e Giuseppe Civati – saremo a Roma, per rilanciare, insieme a Luca Pastorino, il messaggio al termine della staffetta che ha attraversato l’Italia per chiedere il rispetto dei diritti umani. Questo governo, purtroppo, continua ad avere un comportamento ambiguo: finge di far pressione su Al-Sisi, ma nei fatti ha già ceduto”.