Regionali amare per Salvini. Berlusconi e Meloni la spuntano su Caldoro e Fitto. FI e FdI costringono l’alleato al rispetto dell’intesa già siglata. Alla Lega la sfida proibitiva in Toscana con la Ceccardi

Sono lontani i tempi del Capitano asso piglia tutto e a questo giro, cioè sulla scelta dei candidati alla carica di governatore nelle regioni al voto a settembre, l’atto di forza a Matteo Salvini non è riuscito. Tutto è andato come doveva andare, cioè come stabilito nell’accordo di coalizione stipulato ad ottobre. L’amaro calice da buttar giù per il leader della Lega si sostanzia in particolare in due nomi e cognomi: Raffaele Fitto e Stafano Caldoro, indicati rispettivamente da FdI e FI per correre in Puglia e Campania e che Matteo avrebbe voluto sostituire in corsa, con un nome “civico” per contrastare Vincenzo De Luca e con un suo uomo – l’ex deputato Nuccio Altieri, che in caso di vittoria farà comunque parte della squadra – in campo per battere Michele Emiliano.

Alla fine, dopo settimane di fumate nere, stop and go e resistenze varie, i tre leader del centrodestra hanno rilasciato ieri una nota congiunta dove spiegano di aver “individuato la squadra migliore per vincere le elezioni nelle regioni che andranno al voto a settembre e, soprattutto, portare il buongoverno in quelle che oggi sono male amministrate dalla sinistra”. I candidati, oltre ai già citati Fitto e Caldoro, saranno Francesco Acquaroli per le Marche (anche lui espressione del partito di Giorgia Meloni) e la leghista Susanna Ceccardi per l’ardua impresa di fronteggiare il candidato del centrosinistra Eugenio Giani in Toscana, che si aggiungeranno alla squadra dei governatori uscenti che sono stati confermati, vale a dire Giovanni Toti in Liguria e, ça va sans dire, Luca Zaia in Veneto.

Palpabile la soddisfazione in casa Fratelli d’Italia che, con il capogruppo alla Camera, Francesco Lollobrigida, ringrazia la presidente Meloni “per la sua lungimiranza e determinazione nell’aver tenuto la barra dritta e lavorato all’unità della coalizione”. Le frizioni fra i tre partiti non sono infatti mancate e persino ieri Salvini ha voluto comunque lanciare una stoccata non da poco all’alleato Silvio Berlusconi: un una nota il partito di Via Bellerio ha fatto sapere che “in tutte le regioni, Campania in primis, la Lega chiederà ‘liste pulite’, ovvero lo stop ai cosiddetti impresentabili coinvolti in gravi problemi con la giustizia. È un altolà a Luigi Cesaro e compagnia, giusto per fare un esempio”.

PATTI CHIARI. Quando si dice mettere le cose in chiaro… Il centrodestra esprimerà candidati unitari anche alle comunali al voto nell’election day insieme alle regioni e l’accordo raggiunto prevede che il Carroccio, che ha assoluta necessità di radicarsi al Centro-Sud, indichi i nomi in alcune città a partire da Reggio Calabria, Calabria (il comune numericamente più significativo chiamato alle urne con 182.551 abitanti) dove l’obiettivo è eleggere “il sindaco del Ponte”. Alla Lega, che in ogni caso è al momento il partito di maggioranza relativa fra i tre, spetta anche l’indicazione del candidato sindaco ad Andria, Caserta, Chieti, Macerata, Matera, Milazzo, Nuoro, mentre Forza Italia e Fratelli d’Italia esprimeranno candidati in altre città al voto.