Frenata del virus e delle restrizioni. Da oggi tre regioni in zona bianca. Via il coprifuoco in Sardegna, Friuli e Molise. Ristoranti aperti anche al chiuso nelle aree gialle

Da oggi tre regioni in zona bianca. Via il coprifuoco in Sardegna, Friuli e Molise. Ristoranti aperti anche al chiuso nelle aree gialle.

Frenata del virus e delle restrizioni. Da oggi tre regioni in zona bianca. Via il coprifuoco in Sardegna, Friuli e Molise. Ristoranti aperti anche al chiuso nelle aree gialle

Dopo oltre un anno in cui l’Italia è rimasta ostaggio della corsa inarrestabile del Covid e delle conseguenti e obbligate misure restrittive, torna la tanto attesa zona bianca. Sardegna, Friuli Venezia Giulia e Molise (leggi l’articolo) sono le prime tre regioni in cui, da oggi, si può tornare tardi a casa perché decade il coprifuoco. Chi vive in una di queste regioni ha ripreso a svolgere attività al chiuso e con un giorno di anticipo ha usufruito di bar e ristoranti che, per il decreto Riaperture, torneranno a servire nelle sale interne, sempre da oggi, anche in zona gialla.

MENO VINCOLI. Ma non è tutto. Pur restando vietati gli assembramenti e rimanendo l’obbligo di mascherina al chiuso e all’aperto, riprendono le attività di parchi tematici e divertimento, riaprono le piscine e le attività termali anche al chiuso con prescrizioni sul numero di persone che possono contemporaneamente essere in acqua. Torneranno legali anche le feste private per celebrare cerimonie civili o religiose all’aperto e – con il limite di un numero di presenze contemporanee non superiore ad una persona ogni 20 metri cubi d’aria ed un tasso di ricambio dell’aria non inferiore a 0,5 – al chiuso.

Semaforo verde anche alle fiere, sale giochi e scommesse, sale bingo, centri culturali, centri sociali e centri ricreativi, mentre riprendono anche corsi di formazione. Restano invece chiuse al ballo le discoteche che potranno però erogare i servizi di bar e ristorazione. In Sardegna, la novità principale riguarda una sorta di green pass per calcolare il numero dei presenti, in piscine, feste e ristoranti: non si computano infatti coloro che hanno il certificato di vaccinazione o chi ha superato l’infezione da Sars-CoV2 da non oltre sei mesi o coloro che hanno fatto un tampone molecolare e antigenico con esito negativo “da non oltre 48 ore”.

CONTO ALLA ROVESCIA. Per il resto d’Italia, quindi nella zona gialla, invece, il servizio al chiuso in bar e ristoranti riprende oggi. Resta però in vigore il coprifuoco alle 23. I locali dovranno chiudere e non sarà possibile rimanere in giro se non per motivi di lavoro, urgenza o necessità. Ma dal 7 giugno il termine slitta di un’ora, quindi a mezzanotte, e cadrà definitamente il 21 giugno in ogni parte del Paese che, se i dati verranno confermati nelle prossime settimane, a quel punto dovrebbe essere tutto in zona bianca.

PASSAPORTO VACCINALE. Mentre le altre regioni ora ambiscono a diventare bianche quanto prima, le tre virtuose, ovvero già bianche, guardano al green pass. Infatti Il ministero della Salute ha stabilito che da oggi per poter partecipare ad alcune attività, anche in zona bianca, è necessario avere una certificazione che attesti che si è stati vaccinati contro il Covid, che si è guariti dalla malattia, o che si è negativi a un tampone. Questo tipo di certificazione, a partire da metà giugno sarà disponibile attraverso un Covid pass, o Green pass, in formato elettronico e cartaceo.

Ma in attesa della vera e propria documentazione cosa bisogna avere? Basterà una certificazione che viene rilasciata dall’autorità sanitaria che attesti l’avvenuta vaccinazione, in alternativa la guarigione da covid o l’esito negativo del tampone. Nel frattempo le vaccinazioni continuano in maniera altalenante oscillando tra le 400 e le 500 mila somministrazioni quotidiane ma dal 2 giugno ci si aspetta un cambio di passo, visto che il generalissimo Francesco Paolo Figliuolo, ha annunciato che non si procederà più in base all’età.

Dall’archivio: Italia zona bianca, ma Crisanti vede nero. “La pandemia non è finita. Ancora incognite da non sottovalutare, come la durata dell’immunità e le varianti”.