Renzi sfascia tutto, anzi no. L’ultimo inganno del primo dei populisti che non può permettersi di andare al voto

Matteo Renzi non smette mai di sorprendere. La sua battaglia del momento è contro la prescrizione, ma non risparmia attacchi a tutto ciò che declassa come frutto avvelenato del populismo. Defenestrato dal voto popolare, accreditato di percentuali elettorali minime, ce lo siamo ritrovato al Governo dopo aver perso un determinante referendum costituzionale (“Se perdo mi ritiro dalla politica…”, si vabbè!) e smentendosi il giorno dopo. Ma destano ancora più meraviglia i suoi continui attacchi al Movimento Cinque Stelle sul tema del populismo, come sua tara endemica. A parte che il Movimento è animale politico assai complesso da catalogare e più che populista potrebbe essere definito peronista, data la compresenza di suggestioni di destra e di sinistra, il fatto che la critica venga proprio da Renzi non può che strappare un sorriso.

Infatti se c’è stato un populista vero in Italia è stato proprio lui che ha sistematicamente attaccato i vertici del suo partito a colpi di slogan di cui il più famoso resta il mitico “rottamiamoli!” che ha segnato un’epoca a partire dal 2010, e ha portato l’ex sindaco di Firenze direttamente al timone di Palazzo Chigi. Di tempo da quella crociata dei toscani ne è passato – politicamente potremmo parlare di un’era geologica – ma fortunatamente la memoria resta e qualora tendesse ad appannarsi si può ricorrere a quel formidabile archivio che è la Rete.

Per conquistare il potere prima dentro il Partito Democratico e poi fuori, Renzi ha usato a mani aperte proprio il populismo, e si può parlare di populismo allo stato puro, cioè quello classico da manuale, semplificando la complessità della politica in pillole di slogan semplici, ripetitivi e suggestivi. Renzi è stato il Savonarola fiorentino che contrariamente al frate domenicano non solo si è salvato dal rogo ma è anche tornato al Governo. Perciò farebbe bene a non tentare ulteriormente la sorte, e visto che è cattolico, ricordarsi dell’istruttivo episodio evangelico della pagliuzza e della trave.