Resa dei conti tra gli azzurri, dopo Berlusconi finirà tutto. Dal Carroccio a Toti e Renzi, ecco chi si prepara a spartirsi il partito del Cav

Mentre Silvio Berlusconi resta a leccarsi le ferite dopo la grande sconfitta la sua creatura, Forza Italia, si trova così compressa.

La concorrenza al centro di Coraggio Italia e di quella a destra della Lega. Mentre Silvio Berlusconi resta a leccarsi le ferite dopo la grande sconfitta (leggi l’articolo), la sua creatura, Forza Italia, si trova così compressa. E con il rischio dell’implosione, perché di fatto è priva di una vera guida e con i grandi elettori in preda allo smarrimento. La prospettiva è di un naufragio da qui ai prossimi mesi. “Ancora di più se fosse eletto Draghi al Quirinale, dovendo mettere mano a un altro governo”, spiega una fonte interna a La Notizia. Una cartina di tornasole della tensione che cresce di ora in ora.

La preoccupazione non è solo per l’immediato, nonostante la partita del Presidente della Repubblica sia ormai data per persa. Il fondatore degli azzurri non ha avuto l’intenzione, o forse l’energia, per diventare il regista dell’operazione-Quirinale. Così il timore che serpeggia è quello del collasso del partito fin da febbraio. I parlamentari sanno che, appena eletto il nuovo Capo dello Stato, bisognerà capire cosa fare in futuro. Coraggio Italia, la nuova formazione fondata da Luigi Brugnaro e Giovanni Toti, ha le proprie mire su un consistente numero di parlamentari con la promessa di rifare un grande centro, insieme a Italia viva di Matteo Renzi. Una tela complicata, certo. Ma per molti può rappresentare l’unica via d’uscita o una chance di rielezione. “Troppo presto per fare questi ragionamenti”, minimizzano i totiani, senza escludere la prospettiva.

La divisione non è nata oggi. Da una parte c’è l’attuale ala governativa, capitanata dai ministri Renato Brunetta, Mara Carfagna e Mariastella Gelmini, poco incline ad appiattirsi sull’alleanza con la Lega. È una strategia coltivata da tempo. L’obiettivo è quello di rafforzare la parte liberale e moderata, magari confrontandosi di altri partiti moderati, compreso Azione di Carlo Calenda. Immaginando un punto di approdo che possa essere una nuova alleanza, il grande centro spesso vagheggiato. Così, in molti, potrebbero riprendere il discorso e cercare una precisa direzione, magari sfidando l’attuale classe dirigente al comando. Dall’altra parte c’è proprio il coordinatore nazionale, Antonio Tajani, sostenuto dai suoi fedelissimi, su tutti il capogruppo alla Camera, Paolo Barelli, e la senatrice Licia Ronzulli.

La linea è quella di portare avanti la coalizione con Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Il tutto con la benedizione di Berlusconi in persona, che ha sempre apprezzato la totale fedeltà di questi dirigenti. Tanto da arrivare a proporre la fantasiosa candidatura di Tajani al Quirinale, che resta impraticabile per una serie di motivi. In primis, il fatto che abbia molti avversari anche all’interno della stessa Forza Italia.

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