Ricci contro Acquaroli: la sfida nelle Marche si gioca su una manciata di voti

Domenica si vota anche nelle Marche ma anche in Valle d’Aosta: l’obiettivo degli Autonomisti è respingere l’assalto dei partiti di Roma.

Ricci contro Acquaroli: la sfida nelle Marche si gioca su una manciata di voti

Domani e lunedì si vota nelle Marche. Domenica in Valle d’Aosta. Saranno 1.330.501 i marchigiani chiamati ad eleggere il presidente della giunta e a rinnovare il consiglio regionale. Sei i candidati in corsa per la guida di Palazzo Raffaello e 18 liste a sostenerli: Francesco Acquaroli, governatore uscente e leader della coalizione di centrodestra (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Udc-Liste Civiche, Civici Marche, I Marchigiani per Acquaroli, Noi Moderati), Matteo Ricci, europarlamentare dem alla guida del centrosinistra (Pd, M5S, Alleanza Verdi-Sinistra, Lista Matteo Ricci presidente, Progetto Marche Vive, Avanti con Ricci, Pace, salute, lavoro), Claudio Bolletta per Democrazia Sovrana Popolare, Francesco Gerardi per Forza del Popolo, Lidia Mangani per il Partito Comunista Italiano e Beatrice Marinelli per Evoluzione della Rivoluzione.

Una sfida sul filo nelle Marche

Una sfida quella nelle Marche che si gioca su poche migliaia di voti di differenza e, quando il margine è così stretto, tutto può succedere. Ricci avvia l’ultimo giorno di campagna elettorale dalla stazione di San Benedetto del Tronto, salendo su un regionale che lo porterà a Civitanova Marche, Falconara e infine la sua città, Pesaro. Un treno “per la vittoria” che è diventato “innanzitutto un treno per Gaza” perché domenica e lunedì “si vota per le Marche e per la Palestina, per dire che saremo una regione popolare coi piedi per terra ma con la testa del mondo” e che “non si gira dall’altra parte rispetto ai drammi del nostro tempo” a partire dal “massacro palestinese”.

Sanità, infrastrutture, trasporti gratuiti per gli studenti, il candidato del centrosinistra alla presidenza delle Marche ha elencato le proposte elettorali davanti a un gruppo di sostenitori che lo hanno seguito stazione dopo stazione.

Nella sua terza campagna elettorale per le Regionali, Acquaroli ha insistito sui risultati raggiunti dalla sua giunta: dalla sanità alle infrastrutture, dalle aree interne al turismo. Cinque anni caratterizzati, lo ha ribadito più volte, dalla pandemia e dai disastri provocati dall’alluvione. Forte dell’appoggio del governo nazionale, fedelissimo della premier Giorgia Meloni, Acquaroli ha incassato nelle ultime settimane di campagna elettorale il regalo da Roma: l’annuncio dell’ingresso delle Marche, attraverso un disegno di legge, nella Zona economica speciale (Zes).

Si vota anche in Valle d’Aosta domenica

C’è grande incertezza in Valle d’Aosta non solo sulla maggioranza che amministrerà la regione nei prossimi cinque anni, ma anche sul nome di chi dovrà guidare la compagine di governo. Domenica circa 100.000 elettori valdostani sono chiamati alle urne. Nella piccola regione alpina non è prevista l’elezione diretta del ‘governatore’, che viene eletto dal rinnovato Consiglio regionale (35 membri) alla prima riunione, in questo caso prevista a fine ottobre.

Nel caso in cui vincesse il centrodestra, a meno di sorprese (legate al numero di preferenze ottenute), il favorito a occupare la poltrona di presidente è Alberto Zucchi, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, già consigliere regionale del Popolo delle Libertà.

Situazione molto più complicata se dalle urne uscisse una maggioranza solo autonomista (Union valdotaine e Autonomisti di centro) oppure autonomista-progressista (con il sostegno anche del Pd). L’Union valdotaine punta a confermarsi leader della coalizione e a prendersi la presidenza della Regione. Il favorito per ricoprire l’incarico è senza dubbio il presidente uscente Renzo Testolin, ma la legge sui mandati potrebbe stoppare il suo bis a place Deffeyes.

Aosta chiamata ad eleggere il sindaco: 4 i contendenti

Ad Aosta sono quattro i candidati alla carica di sindaco. Tre sono collegati in qualche modo alla sinistra che, sulle Alpi, ha abbandonato il ‘campo largo’ per lasciare spazio agli ‘orticelli’. Valle d’Aosta Aperta presenta Diego Foti, ingegnere e consigliere comunale uscente, l’Alleanza Verdi sinistra-Rete civica corre con Eugenio Torrione, educatore e presidente di cooperativa.

Il Partito democratico è alleato con gli Autonomisti di Centro e con l’Union Valdotaine: la coalizione presenta come primo cittadino Raffaele Rocco, ingegnere e storico dirigente regionale delle opere pubbliche.

Il suo principale sfidante è l’imprenditore Giovanni Girardini che nel 2020 era stato protagonista, con il suo movimento Rinascimento Valle d’Aosta, di una sorprendente corsa solitaria che lo aveva portato al ballottaggio, perdendo per soli 850 voti.

Oggi, a suo vantaggio, ha l’appoggio di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega Vallée d’Aoste: la coalizione di centrodestra unita che nelle precedenti elezioni si era invece presentata in ordine sparso e non aveva superato il primo turno.