Rissa sullo sblocca cantieri. E’ la risposta della Lega all’ultimatum di Conte. Vogliono andare avanti ma è già lite sul Codice appalti

Non aveva ancora finito di chiedere di darci un taglio, di smetterla con “le freddure sparate a mezzo social”, che all’invito del premier Giuseppe Conte, la risposta di Matteo Salvini arriva, neanche a dirlo, via Twitter: “Noi non abbiamo mai smesso di lavorare, evitando di rispondere a polemiche e anche insulti, e gli italiani ce lo hanno riconosciuto con 9 milioni di voti domenica”.

PATTI CHIARI. Poi il ministro dell’Interno, detta l’agenda di Governo: “Flat tax e taglio delle tasse, riforma della giustizia, decreto sicurezza bis, autonomia regionale, rilancio degli investimenti, revisione dei vincoli europei e superamento dell’austerità e della precarietà, apertura di tutti i cantieri fermi”. E assicura: “Noi siamo pronti vogliamo andare avanti e non abbiamo tempo da perdere, la Lega c’è”. Intento, condiviso anche dal leader M5S, Luigi Di Maio.

“Il Movimento 5 Stelle è la prima forza politica di maggioranza e ha sempre sostenuto questo Governo – premette il vicepremier su Facebook –. Lo abbiamo sempre fatto lealmente e crediamo che ci sia ancora tanto da fare e soprattutto un contratto da rispettare”. Ora serve la prova dei fatti, è la richiesta del ministro dello Sviluppo economico che chiede “subito un vertice di Governo” per discutere della “revisione dei vincoli europei per abbassare finalmente le tasse agli italiani anche con la Flat Tax”, come chiede Salvini. Ma anche del “salario minimo orario per i lavoratori italiani” e del “provvedimento sugli aiuti alle famiglie che fanno figli”.

Di Maio, però, pone anche una condizione: “Chiedo finiscano gli attacchi ai ministri del Movimento 5 Stelle, rispettando il lavoro di ognuno e, siccome nel contratto c’è ancora tantissimo da fare, non è certamente il momento per proporre temi divisivi mai condivisi fuori dal contratto”. Un richiamo indiretto a quel principio di “leale collaborazione” invocato anche dal premier come condicio sine qua non per proseguire nell’esperienza di Governo. Una tregua armata siglata a parole e, per di più a distanza, che vacilla poco dopo. Quando dal vertice di Palazzo Chigi si leva l’ennesima fumata sul decreto Sblocca-cantieri. La Lega non ritira l’emendamento che sospende per due anni il Codice degli appalti facendo infuriare Conte (“decisamente contrariato”) che aggiorna la riunione con un nulla di fatto e se ne va.

CAMBIO DI STRATEGIA. Ennesimo segnale che Salvini non intende arretrare di un centimetro. Deciso ad andare avanti alle sue condizioni. Finché il Movimento Cinque Stelle gli consentirà di farlo. Dopo la pesante sconfitta incassata alle ultime Europee, che hanno sovvertito di fatto i rapporti di forza all’interno della coalzione gialloverde, la linea dl Movimento è cambiata. Gli italiani, con il loro voto, hanno premiato la Lega dicendo sì, evidentemente, anche alle misure spinte dal Carroccio. Sì alle Autonomie e alla Flat tax, quindi. “Ma adesso tocca alla Lega metterle in pratica e vedremo cosa sarà capace di fare Salvini ora che dalle parole dovrà passare ai fatti”, sussurrano fonti di Governo M5S.

Sospendendo il giudizio in attesa di leggere, nero su bianco, proposte che per adesso sono state enunciate solo a parole dal leader del Carroccio. Del resto, dopo il plebiscito degli iscritti sulla piattaforma Rousseau, la leadership di Di Maio non è più in discussione. E anche chi, nei giorni precedenti, all’interno del Movimento, aveva lanciato segnali di guerra attraverso i propri gregari, dopo aver tirato il sasso ha nascosto la mano rinunciando a sfidare il capo. Così, al momento della conta, l’esercito di dissidenti ventilato dalla stampa si è ridotto, ancora una volta, ad una sparuta minoranza, ininfluente sugli equilibri interni. Un problema in meno per Di Maio aspettando Salvini alla prova dei fatti.