Risultati di Governo imBoscati. Il ministero dovrebbe controllare leggi e decreti. Ma i dati mancano da 2 mesi

Probabilmente la prima riforma a cui dovrebbe pensare Maria Elena Boschi sarebbe quella della trasparenza. Perchè il ministro delle Riforme Costituzionali e dei Rapporti con il Parlamento, presa forse dai suoi mille impegni, ha dimenticato da oltre due mesi un impegno che, invece, lei e Matteo Renzi avevano preso con tutti gli italiani: l’aggiornamento del programma di Governo. Era stata addirittura creata una pagina online apposta con tanto di Ufficio (appunto, l’Ufficio per il Programma di Governo), con tanto di documento scaricabile mensilmente. E, difatti, dopo gli annunci in pompa magna, ecco il primo rapporto il 7 agosto. Passa un mese ed ecco il secondo (17 settembre). Passa un altro mese ed ecco il terzo (21 ottobre). Ancora un mese ed ecco il quarto (27 novembre). Poi, però, silenzio assoluto. Da allora, infatti, nessun monitoraggio del programma di Governo è stato più fatto.

NUMERI INSODDISFACENTI
Certo: a pensar male si fa peccato. Ma, come si suol dire, spesso ci si azzecca pure. E allora, visto il prolungato silenzio dell’Ufficio sul monitoraggio del programma, più di un dubbio nasce spontaneo. Peraltro, era la stessa Boschi a comunicare al Parlamento i numeri su leggi promulgate e, soprattutto, sui decreti attuativi emanati. I dati che emergono dagli ultimi rapporti, però, sono decisamente meno soddisfacenti rispetto a quello che probabilmente ci si aspettava. Per dire: i decreti attuativi da emanare derivanti da leggi renziane erano 133 a giugno, 140 a luglio, 171 ad agosto. Per poi salire a 242 a ottobre e a 274 a novembre (ultimo dossier, come detto, disponibile). Insomma, se un cambiamento c’è stato, è, nei fatti, in peggio. E, allora, il dubbio che il progetto di trasparenza si sia arenato anche per i dati che, volente o nolente, l’Ufficio doveva pubblicare, è più che legittimo. Con buona pace del decreto di istituzione dell’Ufficio di Programma (17 luglio 2014) in cui, all’articolo 3, si legge chiaramente che “il servizio assicura l’analisi del programma di governo attuando il monitoraggio e la costante (dicasi: costante, ndr) verifica dello stato di attuazione […] del programma e delle politiche settoriali”. Fa niente: abbiamo scherzato.

I DIRIGENTI
Non si può dire, peraltro, che l’Ufficio non sia nato con i migliori auspici e ben strutturato. A capo troviamo Alessandra Gasparri che coordina tutte le attività in cui si articola l’Ufficio stesso e che, essendo dirigente di prima fascia, porta a casa uno stipendio annuo da 197 mila euro. Coordinatrice del servizio “Programma di Governo e Trasparenza” è invece la dottoressa Laura Menicucci (80 mila euro annui), mentre a capo del servizio “Monitoraggio del Programma”, appunto, troviamo Giuseppe Varriale che gode di una retribuzione che supera gli 88 mila euro lordi. Niente male per chi dovrebbe pubblicare relazioni che, da oltre due mesi, sono fantasma.

 

Tw: @CarmineGazzanni