Rivoluzione fiscale. La cura M5S per rimettere in moto l’Italia. Sforbiciata dell’Iva a termine. Insieme a misure strutturali

Conferma che è una delle opzioni sul tavolo. Che prima di qualunque decisione andrà verificata la situazione di cassa, con l’assestamento di bilancio in arrivo. Ma ribadisce che obiettivo del governo è la riduzione del costo del lavoro. Sull’ipotesi di un taglio dell’Iva, ancorché momentaneo, suggerito dal premier Giuseppe Conte parla il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. “Stiamo esaminando tutte le varie opzioni. Il governo – dice – per definizione vaglia tutti gli scenari e poi prende una decisione anche in base alla valutazione del quadro delle risorse e dell’andamento dell’economia, aspettiamo i dati”.

Il numero uno di via XX Settembre rammenta di aver scongiurato gli aumenti dell’Iva e spiega: “Ci sono casi come la Germania che ha considerato opportuno per alcuni mesi, ma solo per alcuni mesi e solo per alcune categorie, abbassare l’Iva per dare una spinta ai consumi”. Ma è un’operazione di tipo “congiunturale” che va distinta da interventi strutturali. Su quest’ultimo fronte, conferma, obiettivo del governo è la riduzione del costo del lavoro, che è stata inaugurata con il taglio del cuneo fiscale. “Dal primo luglio entra in vigore il primo tassello della riforma fiscale: 16 milioni di lavoratori pagheranno meno tasse”.

L’emergenza Covid ha costretto a sospendere il tavolo sulla riforma fiscale ma presto i lavori riprenderanno e la riforma fiscale, assicura, sarà “un tassello del Pnr” e del Recovery plan. Insomma, il taglio dell’Iva non seduce. Pd e Iv non nascondono di preferire la riduzione del cuneo fiscale. O l’alleggerimento dell’Irpef. Leu ha mostrato scetticismo sin dall’inizio. Rimane il M5S. I gruppi parlamentari hanno già dichiarato che l’urgenza al momento è il rinvio delle scadenze fiscali. Ora frena anche lo stato maggiore. “Bisogna discutere, trovare le risorse per queste misure e capire se aiutano a far ripartire l’economia e i consumi”, dice il viceministro al Mise, Stefano Buffagni (nella foto). “E’ necessaria una riforma globale di tutta l’Irpef”, dice Emilio Carelli.

Chiarisce Laura Castelli la sua posizione: “La riduzione delle tasse dev’essere completa. Ci deve essere un ventaglio che vada dall’Irap, all’Ires e all’Irpef. Sull’Iva ci sono diverse ipotesi, ritengo sarebbe più incisiva una riduzione selettiva anche perché ci sono settori più colpiti”. La sede più corretta, secondo il viceministro del Mef, è sicuramente la prossima legge di Bilancio. Il premier, invece, a quanto pare, aveva pensato di introdurre una prima sforbiciata dell’Iva col prossimo scostamento di bilancio che verrà chiesto per mettere a punto la manovrina di luglio. Si parla di 10 miliardi circa. Ma questi fondi, tra Cig e risorse ai comuni, sono in parte già prenotati. L’operazione sull’Iva ha costi molto alti. Il taglio di un punto dell’aliquota del 22% vale oltre 4 miliardi e quello dell’aliquota ridotta del 10% vale quasi 3 miliardi.

Di pari passo ai ragionamenti sulla riforma fiscale procede, ha detto Gualtieri, il contrasto all’evasione col piano cashless. Più probabile, a questo punto, che la riduzione dell’Iva venga assicurata a chi utilizzi pagamenti digitali. In più c’è il discorso dell’Europa. Bruxelles ha sempre spinto per spostare la tassazione dalla produzione e dal lavoro ai consumi, in senso contrario dunque. E, in seconda battuta, le risorse del Recovery fund dovranno essere conquistate dall’Italia attraverso un rigoroso piano di riforme e non da misure spot. “Non tappiamo buchi di bilancio” osserva il copresidente del gruppo dei Verdi nel Parlamento Ue Philippe Lamberts. “Il taglio dell’Iva è durato 18 ore: imbarazzante”, dice il leader leghista Matteo Salvini. “Per ora solo spettacolo, aspettiamo le carte”, avvisa Giorgia Meloni di FdI. “La vera necessità è una riforma del sistema fiscale. Ma questo governo non pare avere una strategia”, commenta l’azzurro Antonio Tajani.