Roma, appalti senza controlli. Al via una nuova inchiesta. L’87% dei lavori affidati senza rispettare la legge

A breve potrebbe essere aperto un altro fascicolo, ancora più clamoroso di quanto già emerso fino ad oggi con Mafia Capitale. Questa volta, infatti, a finire sotto la lente d’ingrandimento sarebbero tutti gli appalti di Roma dal 2011 al 2014. Dopo la relazione presentata nei giorni scorsi dall’autorità nazionale Anticorruzione, infatti, il procuratore capo della capitale Giuseppe Pignatone sta valutando se aprire o meno un fascicolo d’indagine sull’intera gestione degli appalti a Roma.

LA RELAZIONE
Il dossier consegnato da Raffaele Cantone anche al sindaco Marino e al prefetto Franco Gabrielli, alla Procura della Repubblica e alla Procura della Corte dei conti per gli eventuali, ulteriori accertamenti, e perché valutino le iniziative di rispettiva competenza, in effetti, disegna un quadro della città desolante. L’analisi, come detto, passa ai raggi x la gestione del Campidoglio tra il 2011 e il 2014, analizzando quindi gli affidamenti sia quando il sindaco di Roma era Gianni Alemanno che dopo l’arrivo in Campidoglio di Ignazio Marino. Il ritratto degli affari pubblici è impietoso: “un porto franco degli appalti”, con l’87 per cento dei lavori in quattro anni che è stato assegnato senza gara pubblica. Appalti da 2,9 miliardi di euro che equivalgono alla metà della spesa totale, assegnati “in palese difformità e contrasto con le regole, rivelando spesso un’applicazione o elusione delle norme disinvolta e in alcuni casi addirittura spregiudicata“. “Ciò induce a ritenere –sottolineano gli ispettori  – che la prassi rilevata abbia una genesi lontana nel tempo e rappresenti in molti casi più un lucido escamotage che ha orientato l’attività contrattuale degli uffici verso un percorso semplificato foriero, come confermato dai recenti fatti di cronaca, di distorsioni anche di carattere corruttivo piuttosto che dalle condizioni di straordinarietà che hanno caratterizzato l’attività politico-amministrativa di Roma Capitale negli ultimi anni”.

L’INDECISIONE
Secondo quanto si apprende ora, l’intenzione della Procura di Roma è quella di aprire un’indagine a riguardo che rischia di fare anche più rumore di quella che ha permesso di svelare il sistema messo in piedi da Massimo Carminati. L’indecisione consisterebbe solo se sia il caso di aprire un altro fronte d’indagine su Mafia capitale, oppure se avviare un’indagine a parte sulla gestione degli appalti. Certo è che nei prossimi giorni, avverranno sviluppi che potrebbero far tremare, ancora, il Campidoglio.