Rosatellum letale per il Pd di Renzi. I dem direbbero addio a 104 deputati. Alla Lega 69 seggi in più del 2013

Con la nuova legge elettorale, i dem lascerebbero sul campo quasi un terzo degli eletti alla Camera alle ultime Politiche. Mentre Salvini gongola

Da una parte c’è Silvio Berlusconi, convinto di poter vincere le elezioni riportando il Centrodestra al Governo (ma senza lui alla guida per noti motivi). Dall’altra c’è Matteo Renzi, che sabato scorso, davanti alla platea accorsa al Teatro Eliseo di Roma per festeggiare i primi dieci anni del Pd, si è detto pronto a combattere una battaglia “corpo a corpo” in tutti i collegi proprio contro il leader di Forza Italia e i suoi potenziali alleati, la Lega di Matteo Salvini e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Tutto molto bello, almeno sulla carta. Se non fosse per il fatto che oggi quelli di “Silvio” e “Matteo” siano null’altro che meri tatticismi pre-elettorali. La realtà infatti è ben distante dalla fantasia e a ribadirlo, stavolta, ci ha pensato un interessante rapporto che Open Gate Italia (società di lobbying specializzata in Public Affairs, Comunicazione e Strategy & Regulation) ha realizzato in collaborazione con l’Istituto Cattaneo. Tema: il Rosatellum bis, che il Governo dopo Montecitorio è pronto a blindare con la fiducia anche a Palazzo Madama. “Oltre ad essere di elevata qualità per i dati che sono stati analizzati e per i consistenti approfondimenti – ha spiegato l’Ad di Open Gate Laura Rovizzi – questo lavoro è unico nel suo genere. Perché unica, nel bene e nel male, sembra essere oggi, anche agli occhi di chi ci osserva dall’estero, la realtà italiana”. Proprio così.

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Sali e scendi – Andiamo subito al sodo: la legge elettorale che porta il nome del capogruppo del Pd alla Camera, Ettore Rosato, non garantisce governabilità. “Non solo si conferma l’assenza di una maggioranza parlamentare sulla base degli schieramenti ‘classici’ – scrivono i curatori del dossier Marco Valbruzzi Rinaldo Vignati –, ma ogni ipotesi di formazione futura del governo dovrà basarsi su alleanze trasversali tra i partiti”. Sì, ma tra chi? La prima ipotesi è quella “centrista” o di “grandi intese”, che “prevede un accordo tra il Pd, Forza Italia e le componenti di centro legate ad Alleanza popolare” (gli alfaniani). Ma non solo. Sul tavolo, sempre secondo il report di Open Gate e Cattaneo, c’è pure “l’ipotesi ‘anti-sistema’”, cioè “l’alleanza programmatica tra le forze più estreme o radicali nello spazio politico”: Movimento 5 Stelle, Lega e FdI. Scendiamo nello specifico. Stando ai calcoli di Valbruzzi e Vignati col Rosatellum bis il Pd, che nel 2013 – complice pure il premio di maggioranza del Porcellum – ha portato alla Camera 299 deputati, si fermerebbe oggi a 195 (-104). Comunque 19 in più rispetto a quelli che conquisterebbe se si votasse col Consultellum. Chi invece capitalizzerebbe più di tutti col nuovo sistema è la Lega, che non a caso l’ha convintamente sposato da subito: gli “appena” 20 deputati di quattro anni e mezzo fa diventerebbero 89 (+63 con l’Italicum corretto). Anche FI e FdI vedrebbero incrementare la propria pattuglia: +3 deputati il partito del Cavaliere (da 97 a 100), addirittura +10 – il doppio degli attuali – quello della Meloni.

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Alta volatilità – Poi ci sono i 5 Stelle, anche loro col segno “più” davanti. Ma attenzione, perché col Consultellum Luigi Di Maio e co. avrebbero visto sbarcare a Montecitorio 194 deputati contro i 170 del Rosatellum bis (+61). In discesa invece l’area di sinistra (-12) e Ap, che vedrebbe ridursi la propria pattuglia dagli attuali 45 a 18 deputati (14 col Consultellum). La sostanza però è che “nessuno dei principali schieramenti riesce a raggiungere la maggioranza assoluta dei seggi alla Camera, né il Centrodestra né il Centrosinistra. Allo stesso modo, il M5S si ferma al di sotto dei 200 seggi, soprattutto nell’ipotesi di voto con Rosatellum II”. Uno scenario non certo rassicurante, aggravato pure dalla “volatilità” del voto che ha segnato gli ultimi anni della storia politica del Belpaese. “È all’incirca un terzo la quota di elettorato che ha cambiato la propria preferenza partitica di elezione in elezione, rendendo assolutamente incerto il mercato elettorale italiano”, segnalano ancora gli autori del report. Di male in peggio.

Twitter: @GiorgioVelardi