Salario minimo, Bonelli: “Viste le premesse, dalla premier ci si aspetta poco”

Oggi a Palazzo Chigi l'incontro tra opposizioni e governo sul Salario minimo. Parla il portavoce dei Verdi, Angelo Bonelli.

Salario minimo, Bonelli: “Viste le premesse, dalla premier ci si aspetta poco”

A 48 ore dall’incontro con le opposizioni la premier Giorgia Meloni ha ribadito il suo no alla loro proposta sul salario minimo. Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, ha senso andare oggi a Palazzo Chigi?
“Ha senso solo perché non vogliamo dare davanti agli italiani l’alibi a una presidente del Consiglio, che non alcun argomento, di poter dire che noi fuggiamo. In realtà abbiamo già assistito a una politica di picconamento del dialogo da parte di questa premier che non ha alcuna intenzione di affrontare il tema del salario minimo, tra l’altro utilizzando argomenti che sono assolutamente falsi. Come quello che dice che porterebbe verso il basso i salari. Evidentemente lei non ha letto la nostra proposta di legge che rafforza la contrattazione collettiva e che, come accaduto in altri paesi Ue che hanno il salario minimo, avrebbe l’effetto di alzare le retribuzioni”.

Cosa vi aspettate?
“C’è poco da aspettarsi perché Meloni ha anticipato la sua posizione in quel video in cui boccia la proposta. E noi infatti provocatoriamente abbiamo detto ‘che cosa ci hai convocato a fare?’ L’Italia ha bisogno di una legge sul salario minimo. Ben 21 paesi Ue su 27 ce l’hanno, come Spagna, Francia e Germania. È evidente che c’è difficoltà da parte della presidente del Consiglio a dare una risposta a un grave problema sociale che è legato al tema della precarizzazione, dei contratti pirata e delle persone sottopagate. Del resto non mi meraviglia. Questo è un governo che difende in maniera strenua i privilegi di pochi. Pensiamo per esempio alla questione degli extraprofitti. Adesso ne ha fatto un baluardo però andando a vedere come si è mosso sulla tassa sugli extrprofitti precedente si deve prendere atto che è stato un grande fallimento e un grande favore alle lobby energetiche. Con la tassa Draghi dovevano entrare 11 miliardi di euro. Ne sono entrati 2,7 ma questo governo non ha avviato gli accertamenti fiscali come avviene per tutti i cittadini che non pagano le tasse. Le dirò di più. Meloni poi ha smantellato e fatto un’altra tassa sugli extraprofitti dicendo che avrebbe avuto grandi incassi. Dovevano entrare per il 2023 2,5 miliardi e il pagamento doveva avvenire entro il 30 di giugno e invece sono arrivati solo 82 milioni di euro, motivo per cui hanno prorogato la scadenza della tassa al 30 novembre. Se la tassa sugli extraprofitti delle banche avrà lo stesso iter di come stanno gestendo l’altra c’è da preoccuparsi perché sono solo annunci ma poi nella sostanza salvano i potenti come hanno sempre fatto”.

Ritiene che si possa incrinare il fronte unito delle opposizioni sul salario minimo?
“Assolutamente no. Perché ho avuto modo di verificare che c’è una visione comune che è quella di difendere la proposta di legge e non di individuare strade diverse. Possiamo discutere dentro la legge sul salario minimo se introdurre un rafforzamento della rappresentanza sindacale e della contrattazione collettiva. Ma non si può mettere in discussione l’introduzione di un salario minimo legale”.

Reddito di cittadinanza. La ministra del Lavoro, Marina Calderone, sostiene che solo 200mila persone lo perderanno sui 400mila stimati. Meloni dice a che a perderlo saranno 112mila sui 300mila previsti.
“Il governo sta dando i numeri e mostra il suo livello di superficialità e inadeguatezza. Ma è una superficialità che passa sulla pelle e sulla vita di persone che oggi sono drammaticamente senza una prospettiva. Anche quando parlano di coloro che sono occupabili, mi chiedo: dov’è la formazione? dove la presa in carico? È stato tutto scaricato sulle strutture sociali dei comuni che vivono una fase drammatica perché sono presi d’assalto. In Italia esiste la povertà sociale. A questa devono fare la guerra non ai poveri. Ma questa è una destra che prima si professava sociale ma oggi difende élite e privilegi di pochi”.

Le regioni del Sud pagano il prezzo più alto dallo smantellamento del Reddito di cittadinanza. Alla luce anche dell’Autonomia differenziata leghista si può dire che questo governo sia nemico del Mezzogiorno?
“Questo è un governo che mira a spaccare l’Italia in due parti, con una sempre più arretrata e un’altra che ha le possibilità per andare avanti. E così facendo mina il principio di sussidiarietà previsto dalla nostra Costituzione. L’Autonomia differenziata sarà un altro degli elementi su cui apriremo un confronto-scontro con questo governo. Non si può dividere l’Italia in due, non si può abbandonare il Sud dopo che è stato ipersfruttato da una politica becera”.

Confida nel fatto che il governo riuscirà a recuperare i progetti di svariati miliardi stralciati dal Pnrr?
“No. I tecnici della Camera hanno detto che quei progetti stralciati non hanno copertura finanziaria. Ma è lecito chiedersi come siamo arrivati a questo punto. Perché quando si sono insediate, le destre hanno pensato che il problema fosse la conquista del potere e non dare continuità a iniziative del precedente governo. Hanno smobilitato la cabina di regia precedente portandola a Palazzo Chigi, hanno consentito a centinaia di super esperti di andare via facendo perdere tempo al Paese con la conseguenza che molti progetti cruciali sono stati abbandonati”.

Uno studio del Consiglio nazionale giovani e di Eures dice che per gli under 35 di oggi, tra lavori discontinui e precari, la prospettiva è andare in pensione a quasi 74 anni per un assegno di poco più di mille euro.
“Il nostro Paese ha un problema, e qui ritorniamo al salario minimo, di stipendi fermi da decenni. L’Italia, Paese del G7, ha i salari più bassi d’Europa. Abbiamo il problema di come attivare le politiche attive sul lavoro e di investire nell’innovazione tecnologica legata alla transizione ecologica per creare nuova occupazione e rilanciare l’economia. Ma questo governo fa la guerra alla transizione ecologica guardando a un modello economico vecchio che tra l’altro è responsabile della speculazione e dell’inflazione. Pensiamo per esempio alla speculazione sui prodotti energetici. Nonostante oggi il gas sia tornato ai costi di tanti anni fa – ad agosto 2022 stava a 330 euro oggi a 30, dunque è crollato del 95% – le bollette sono sempre alte. Le società energetiche fanno dunque elevati extraprofitti. Ma questo è un governo che fa la guerra alla transizione ecologica perché è in buona parte e strutturalmente negazionista dal punto di vista climatico e perché difende gli interessi di chi ha accumulato e vuole continuare ad accumulare ricchezza con le fonti fossili”.

 

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