Salta il cessate il fuoco per il Natale ortodosso: scambio di accuse tra Mosca e Kiev. La Nato accelera sull’invio armi all’Ucraina

I Paesi Nato si preparano a inviare nuove armi a Kiev: intanto, salta il cessate il fuoco per il Natale ortodosso voluto da Putin.

Salta il cessate il fuoco per il Natale ortodosso: scambio di accuse tra Mosca e Kiev. La Nato accelera sull’invio armi all’Ucraina

Salta il cessate il fuoco per il Natale ortodosso: la decisione unilaterale annunciata nei giorni scorsi dal presidente russo Vladimir Putin è miseramente fallita come dimostrano i bombardamenti che continuano a susseguirsi in Ucraina e lo scambio incessante di accuse tra Mosca e Kiev. Se le dichiarazioni ufficiali rivendicano la tregua, la linea non viene confermata dai fatti.

Scambio di accuse tra Mosca e Kiev sul mancato rispetto della tregua di Natale ortodosso: salta il cessate il fuoco

Le forze russe, come riferito su Telegram dal governatore della regione Kherson Yaroslav Yanushvich, hanno sganciato missili sull’area 39 volte in appena 24 ore, causando sette feriti e una vittima.

Alle accuse del governatore ucraino, ha prontamente risposto il Cremlino, respingendo ogni responsabilità per quanto riguarda i raid. “L’esercito ucraino anche oggi, giorno del Natale ortodosso, ha violato il cessate il fuoco offerto dalla Russia, bombardando la città di Donetsk, città del Donbass occupata e annessa dai russi, con almeno 10 missili da lanciatori multipli”. Lo hanno dichiarato le autorità dell’autoproclamata repubblica di Donetsk su Telegram, citate dall’agenzia di stampa Tass.

A rinforzare lo scambio di accuse tra Mosca e Kiev, anche le parole del tenente generale Igor Konashenkov, rappresentante del Ministero della Difesa russo. Secondo il tenente generale, l’Ucraina ha “bombardato degli insediamenti nonostante l’osservanza della tregua da parte delle forze armate russe” e ha aggiunto che “la Russia continua a osservare il cessate il fuoco ungo l’intera linea di contatto” a prescindere dalle provocazioni degli avversari.

In Ucraina, intanto, cresce a dismisura il timore che possano verificarsi attacchi alle chiese presso le quali i fedeli si riuniranno per festeggiare il giorno di Natale, come da tradizione per le Chiese orientali cattoliche e le Chiese ortodosse che seguono il calendario giuliano.

La Nato accelera sulle armi all’Ucraina. Gli Usa chiedono all’Italia di inviare lo scudo anti-missile

In Occidente, nel frattempo, il tema della pace resta fuori dai radar con i Paesi Nato spingono per accelerare l’invio di nuove armi a Kiev. Lo dimostrano, di fatto, non solo le parole di Stoltenberg, fermamente convinto che la pace in Ucraina passi solo attraverso le armi, ma anche la precisa richiesta rivota direttamente all’Italia da parte di Washington. Mentre Berlino si appresta a spedire in Ucraina 40 carri da difesa Marder nonostante le proteste e le polemiche interne e la Francia ha deciso di mandare corazzati da ricognizioni AMX-10 RC, gli Stati Uniti hanno redatto un nuovo pacchetto di armi da 3 miliardi di dollari.

La Casa Bianca, nel rimarcare e difendere la politica guerrafondaia di cui si fa portabandiera l’amministrazione Biden, ha più volte sollecitato gli alleati occidentali a sostenere in modo più attivo il Paese assediato dalla Russia di Putin. È in questo contesto che si inserisce l’incontro che ha visto coinvolti Jake Sullivan, consigliere per la Sicurezza nazionale americana, e Francesco Talò, consigliere diplomatico del presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni. Il colloquio si è tenuto nella giornata di venerdì 6 gennaio e, stando a quanto riferito dalla stessa Casa Bianca, Washington ha ribadito la volontà di fornire assistenza a Kiev tanto in termini di aiuti energetici quanto militari “per difendere la sovranità e la democrazia” dell’Ucraina. L’amministrazione Biden, inoltre, ha rivolto una richiesta specifica a Roma in vista del sesto decreto stilato per l’invio di armi ala Nazione guidata da Volodymyr Zelensky. Gli Usa vogliono inserire tra gli armamenti da inviare uno scudo anti-missile ossia il sistema Samp-T, come confermano anche fonti militari a Repubblica. Il sistema Samp-T era già stato promesso dal Governo Draghi. L’Italia dispone di sei batterie del sistema: cinque operative e una usata per l’addestramento. L’idea del precedente esecutivo sarebbe stata quella di inviare a Kiev quest’ultima, lavorando in stretta connessione con Parigi che avrebbe dovuto fornire lanciatori dei missili.