Se Lega e Forza Italia litigano, sull’asse Milano-Roma volano le intese tra il partito di Antonio Tajani, i centristi di Italia Viva, Azione e i riformisti del Pd. Un’intesa cementata dalla comune passione per il mattone, cioè gli stessi interessi finiti al centro dell’inchiesta della procura di Milano sull’urbanistica. Una convergenza partita due settimane fa con il voto sulla vendita dello stadio di San Siro (un via libera ottenuto dal sindaco Beppe Sala solo grazie all’astensione di Fi) e che ora si sta allargando.
Vogliono riportare in vita il Salva-Milano
Lo scopo (neanche tanto) recondito è il ritorno in auge della famigerata legge Salva-Milano, il colpo di spugna tanto agognato da Sala su tutte le inchieste sui palazzi fantasma milanesi, ma anche quella legge che allargherebbe le pratiche ritenute illegali di Milano a tutta Italia. Una legge congelata mesi fa, ma che centristi e parte dei dem sono pronti a riportare in vita.
Tajani vuole un commissario ad acta
A dirlo ieri, Tajani, il quale ha annunciato la presentazione di una proposta di legge per istituire un commissario ad acta “per sbrogliare la matassa” del Salva Milano. “Non possiamo accettare che Milano si fermi perché ci sono dei problemi all’interno della maggioranza di sinistra – ha spiegato Tajani -. Ci sono dei cittadini onesti che hanno fatto gli investimenti e i loro soldi rischiano di andare in fumo: non può assolutamente essere accettato. Noi siamo pronti da sempre ad andare avanti con il Salva Milano e procediamo in quella direzione. Siamo anche favorevoli anche un commissariamento per cercare di procedere nella giusta direzione per risolvere i problemi di quella città che è la capitale economica del nostro paese e non si può assolutamente bloccare”.
Le manovre centriste
E sempre ieri la senatrice di Italia Viva Raffaella Paita ha rilanciato il “Modello Milano” (quello finito nelle aule del palazzo di giustizia). Infine, solo pochi giorni fa, Sala aveva aperto la porta all’ingresso in giunta di Azione, da sempre sostenitrice del Salva-Milano. Una fuga in avanti, quella di Tajani che ha però spiazzato lo stesso Sala, alle prese con i malumori del Pd, partito egemone della sua maggioranza a Palazzo Marino (lunedì era stato platealmente richiamato all’ordine dai dem).
Sala preso in contropiede, deve tenere buono il Pd
Da qui la sua risposta piccata al vicepremier: “Per me il Salva-Milano è morto e sepolto”, ha scritto sui social, “questa iniziativa di Tajani fa solo confusione. Solo pochi giorni fa alcuni rappresentanti locali di Forza Italia proponevano un tavolo di discussione. Senza nemmeno fare un incontro, il loro leader se ne esce con una proposta estemporanea. Non il miglior modo per partire…”. La questione urbanistica a Milano, figlia di una legge del 1942, ricorda Sala, non può essere risolta da un commissario, mentre in campo ci sono già “Procura, Tribunale, Prefettura, Comune e una soluzione non è ancora stata definita”.
“Semmai il Vice Primo Ministro- chiude Sala- si renda conto che stiamo parlando di un problema italiano e non solo milanese, dovendo le amministrazioni fare i conti con un groviglio di leggi in materia urbanistica”. Come dire, andiamo piano e non facciamo passare il Salva-Milano come il Salva-Sala, ma come una necessità per tutto il Paese…
Sironi: “Forza Italia dovrebbe avversare Sala, almeno in teoria…”
“Come ho già denunciato la scorsa settimana, Forza Italia ormai è un partito votato “al mutuo soccorso” nei confronti del sindaco milanese Sala”, commenta la senatrice M5s Elena Sironi, “oltre ai voti per dare il via libera alla repellente delibera su San Siro, adesso c’è un lavoro strenuo e incessante degli uomini di Tajani per riportare in voga il Salva–Milano. Se si legge il testo del ddl Rigenerazione Urbana, il tentativo di ripristino del provvedimento caro a Sala e ibernato al Senato grazie al M5s, è sin troppo sfacciato”.
Secondo Sironi “tutte le pratiche edilizie al vaglio dei magistrati a Milano verrebbero “salvate”, e il Far West urbanistico esteso a tutto il resto del Paese. Cosa c’è dietro questa “love story” Sala-Forza Italia? In una manovra a tenaglia, le stesse amenità il governo le sta inserendo alla chetichella anche nel Testo Unico sull’edilizia. Io penso che Milano non meriti di essere “maltrattata” così per mano del suo primo cittadino e di chi, almeno sulla carta, dovrebbe avversarlo”, conclude Sironi.