Salvini cambia nome e si Lega all’Azione Sarda. Nasce il nuovo gruppo del Carroccio al Senato in vista delle Regionali

La Lega cambia nome al Senato. Scordatevi il più diretto “Lega Salvini Premier” ed ecco il più composito “Lega Salvini Premier - Partito Sardo d’Azione”

La Lega cambia nome al Senato. Scordatevi il più diretto “Lega Salvini Premier” ed  ecco il più composito “Lega Salvini Premier – Partito Sardo d’Azione”. La richiesta, avanzata in aula a Palazzo Madama dal presidente del gruppo, il senatore Massimiliano Romeo, potrebbe sembrare agli occhi di molti perlomeno curiosa. Cosa c’entrano i sardi con i leghisti? In realtà, come spiega lo stesso Romeo interpellato da La Notizia, “è un accordo culturale e politico che nasce dalla condivisione del federalismo fin dalle origini della Lega e guarda con fiducia alla prospettiva dei prossimi appuntamenti elettorali”. Nel 2019, infatti, in concomitanza con le elezioni europee, anche la Regione Sardegna sarà chiamata a rinnovare giunta e consiglio. In quella circostanza il ruolo del partito Sardo d’Azione potrebbe essere tutt’altro che secondario. Dopo l’alleanza che gli indipendentisti hanno siglato con la Lega, la crescita è stata spaventosa. Basti pensare che la “partnership” ha permesso a Matteo Salvini di raccogliere preziosi e inaspettati voti sull’isola. Se alle politiche del 2013, sommando i voti raccolti da Psdaz e Lega si arrivava a un misero 2,1%, con la loro alleanza alle scorse elezioni sonno stati raccolti 93.812 voti, regalando un inaspettato 10,8% alla Camera ed un più sonoro 11,7% al Senato. Numeri che si sono tradotti in due seggi ai candidati Christian Solinas (storico esponente dell’Azione Sarda) al Senato e Guido De Martini alla Camera. Parliamo, dunque, di voti che certamente peseranno alle elezioni regionali. Basti questo per spiegare e capire la ragione politica dell’accordo che permetterà di consolidare l’alleanza, considerando anche l’entità di fondi che pioveranno sul gruppo parlamentare del Senato. Il cambio di appellativo, però, consente alla Lega anche di evitare alla radice l’eventualità che i fondi del gruppo parlamentare possano essere pignorati dalla magistratura dopo la sentenza della Corte di Cassazione in cui espressamente si dice che i 49 milioni che la passata gestione della Lega ha sottratto alle casse pubbliche devono essere recuperati. Dal cerchio salviniano negano che dietro ci sia questa ragione. L’effetto però resta. E non potrà essere che gradito considerando che i partiti sono sempre più in difficoltà dopo il taglio del finanziamento pubbblico.