Salvini amico di Putin. Il New York Times inchioda il leader della Lega. Ora rinnega se stesso ma all’estero non dimenticano

Il leader della Lega, Matteo Salvini, ancora una volta si trova a dover giustificare i suoi legami con la Russia di Putin.

Salvini amico di Putin. Il New York Times inchioda il leader della Lega. Ora rinnega se stesso ma all’estero non dimenticano

No, nessun legame speciale con la Russia di Putin, assicura. Da Mosca giura di non aver mai preso un rublo ma di aver riportato solo “Masha e Orso” alla figlia, pagandoli ai magazzini Gum. E in più medita di andare in Ucraina per una missione di pace. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ancora una volta si trova a dover giustificare nei confronti del mondo l’innamoramento che ha avuto per l’attuale presidente russo e a negare di subire ricatti o altro da Mosca. Si dia il caso che il New York Times sia andato all’attacco del Capitano (leggi l’articolo).

Salvini assicura di non avere un legame speciale con la Russia di Putin

Il prestigioso quotidiano statunitense ha messo nel mirino i fan populisti di destra che la guerra in Ucraina ha spiazzato, costringendoli a giravolte e acrobazie a dir poco imbarazzanti. Uno dei primi della lista è proprio lui: il leader del partito di via Bellerio, di cui il Nyt ricorda anche le foto che lo immortalano nella Piazza Rossa di Mosca e al Parlamento europeo con indosso le magliette col volto di Putin.

“Per anni un coro globale di politici di destra ha cantato le lodi di Vladimir Putin e ha guardato all’uomo forte di Mosca come un difensore dei confini chiusi”, scrive il quotidiano americano. Ma non solo. Nell’articolo viene sottolineato che mentre altri politici hanno in qualche modo evidenziato le azioni di Putin, Salvini si sia limitato, in prima battuta, a condannare “qualsiasi aggressione militare” e a consegnare fiori all’ambasciata ucraina.

Il riconoscimento dell’aggressione russa da parte di Salvini non ha però contemplato di dare un nome alla persona che l’ha pianificata. Ieri Salvini ha deciso di “dire basta alle polemiche stucchevoli” e di fare nomi e cognomi. “In questo momento – spiega – c’è qualcuno che invade e qualcuno che è invaso, c’è qualcuno che ha aggredito e qualcuno che è stato aggredito. Noi siamo a fianco degli aggrediti. C’è Putin che ha aggredito e Zelensky che è aggredito”.

Il politico italiano – aggiunge il Nyt – si trova in buona compagnia fra i leader europei che ora stanno faticando per riconciliare il loro appoggio passato a Putin con la guerra che ha deliberatamente scatenato contro il loro continente. E ovviamente seguono citazioni dei sovranisti francesi Marine Le Pen ed Eric Zemmour, del populista britannico Nigel Farage e di Alexander Gauland di Alternative fuer Deutschland (AfD).

“A me dispiace – replica Salvini – che un giornale così importante abbia queste sciocchezze da scrivere. Ho tanti difetti ma mi godo la mia libertà. Non ho mai preso rubli, dollari o franchi svizzeri: zero”. “C’è un’inchiesta – prosegue il leader leghista – da anni che non ha mai trovato niente: perché non c’è niente. L’ultima volta che andai a Mosca portai a casa ‘Masha e orso’ per mia figlia, pagandola ai magazzini Gum. Poi ho smesso di andarci perché ogni volta che andavo aprivano una inchiesta. Mentre tutti, da Prodi a Berlusconi da Renzi a Letta, quando erano al governo hanno avuto contatti con la Russia e con Putin, giustamente”.

Per concludere che “se il New York Times vuole mi può intervistare ma parliamo di pace non di cose inesistenti”. Salvini conferma, poi, di essere al lavoro per organizzare una missione di pace in Ucraina. “Sto ragionando con l’ambasciata, la Caritas, Sant’Egidio. Se ci fosse un’invasione pacifica in senso contrario e cioè se in entrata ci fossero non combattenti disarmati per la pace io sarei fra loro, se siamo in 100 è un conto se fossimo 100mila un altro. Se fosse il Santo Padre a lanciare l’iniziativa di pace nessuno potrebbe accusarlo di secondi fini o di essere amico di Putin”.