Il famigerato documento della Uefa che boccerebbe lo stadio di San Siro per gli Europei 2032 non esiste. In molti lo avevano supposto, ieri la supposizione è divenuta certezza: “Si precisa che il Comune di Milano non dispone ad oggi di alcun parere da parte dell’associazione calcistica Uefa relativamente all’idoneità tecnica dello stadio G. Meazza. Cordiali saluti. Il Responsabile del Procedimento, Simona Collarini”.
Questa infatti è la succinta risposta di Palazzo Marino a un accesso agli atti effettuato il 10 settembre scorso dall’avvocato Veronica Dini. Una risposta giunta solo ieri, giovedì 9 ottobre. Cioè fuori tempo massimo, visto che la discussione in Consiglio Comunale sulla vendita del Meazza era iniziata il 25 settembre e il via libera definitivo è arrivato il 30 settembre.
Inidoneità del Meazza punto dirimente per la vendita
Ma prima della votazione e durante il dibattito in aula, il tema della “bocciatura di San Siro da parte della Uefa” era stato uno degli argomenti principe per spingere all’approvazione. L’assessora allo sport, Martina Riva, seguita poi dalla vice-sindaca Anna Scavuzzo, aveva infatti annunciato il documento Uefa come dirimente per la scelta dell’alienazione del Meazza a Inter e Milan. In realtà, l’assessora si riferiva a cinque paginette di Excell – svelate da La Notizia – elaborate dal delegato Uefa Michele Uva, che sostenevano come il Meazza non avesse 11 dei 22 requisiti richiesti, tanto da tagliarlo fuori dall’Europeo. Si è poi scoperto che molti di quei punti “bocciati” sarebbero più che sanabili con un limitato investimento…
Non esiste agli atti alcun documento ufficiale Uefa
E oggi a quella vicenda, si aggiunge un altro capitolo, ovvero che quelle paginette non sono un documento ufficiale sottoscritto dalla Uefa. O, quanto meno, che agli atti ufficiali del procedimento amministrativo, non risulta alcuna “bocciatura” della Uefa. Un particolare importante, perché se un documento non è agli atti, allora per la Pa non esiste. De resto, la stessa Uefa, interpellata da La Notizia, aveva risposto che “non esistono documenti ufficiali pubblici sullo stadio di San Siro”. Evidentemente non ne esistono neanche di ufficiali e segreti…
Quei valori delle ristrutturazioni comunicati dai club e mai controllati dal Palazzo Marino
Ma dai vari accessi agli atti sulla montagna di documenti dell’affare stadio, continuano ad emergere verità sempre più imbarazzanti per la giunta di Beppe Sala. Tra queste, quella scoperta dal consigliere Enrico Fedrighini circa l’iter referendario.
Nel 2022 quando si chiedeva un referendum sullo stadio che ne imponesse un’eventuale ristrutturazione, il settore urbanistica del Comune scrisse in un documento ufficiale che “i costi di ristrutturazione (dello stadio, ndr) ammontano approssimativamente a 510 milioni di euro, rispetto ai 650 per il nuovo stadio”, ragion per cui “la verifica complessiva di fattibilità tecnico-economica di quanto proposto (cioè un referendum che chiedeva di ristrutturare il Meazza, ndr) non consegue esito positivo”. Referendum sulla ristrutturazione bocciato, perché nel 2022 per palazzo Marino vi era poca differenza di spesa fra ristrutturazione e costruzione di un nuovo impianto.
Tuttavia, il Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali (DocFAP) presentato dai club a marzo 2025 riporta in dettaglio i costi reali delle due ipotesi: per la ristrutturazione completa del Meazza si prevede un costo di 371 milioni, mentre per la costruzione del comparto stadio il costo previsto è di 810 milioni. Quindi, a differenza di quanto riportato nel giugno 2022 a motivazione della bocciatura della proposta referendaria di ristrutturare il Meazza, le risorse necessarie per ristrutturare lo stadio esistente sono in realtà meno della metà rispetto alla costruzione di un nuovo impianto.
Chi stimò i costi della ristrutturazione? Milan e Inter…
E allora, perché nel 2022 il Comune stimava la ristrutturazione in 510 milioni? E soprattutto, che aveva quantificato i costi della ristrutturazione, poi smentita tre anni dopo dai club? Fedreghini l’aveva chiesto agli uffici di palazzo Marino ad aprile 2025 e la risposta è arrivata il 7 ottobre 2025 (cioè 5 mesi dopo): “le stime di ristrutturazione indicate dalle Squadre non sono state oggetto di verifica da parte degli uffici, ma riportate esclusivamente come ipotetico scenario comparativo”.
Tradotto: la stima sulla ristrutturazione è stata fatta dalle squadre (cioè i possibili acquirenti dello stadio) e, cosa ancora più grave, l’amministrazione l’ha presa per buona senza verificarne la congruità… “Non è uno scherzo, purtroppo”, commenta Fedrighini, “propongo che Palazzo Marino divenga sede, a pieno titolo, di una nuova organizzazione internazionale nata in competizione con Transparency International. Si chiama Opacity International, è una rete con sede temporanea alle Cayman, particolarmente interessata a trasferirsi laddove è possibile fare affari senza essere eccessivamente disturbati dalle amministrazioni pubbliche…”.