Santelli indifferente al Coronavirus. Con un dirigente in arrivo dal focolaio. Calabria senza Giunta dopo oltre un mese dalle regionali. E il commissario Asp fa su e giù tra Bergamo e Cosenza

Siamo – per fortuna – lontani anni luce dai numri tragici della Lombardia. Ma è opinione condivisa che, se il contagio da coronavirus dovesse arrivare con la stessa forza anche al Sud, regioni come la Calabria si troverebbero in enorme difficoltà. Non fosse altro che da anni la sanità regionale è commissariata a causa del disavanzo e, dunque, da anni i servizi sono pesantemente tagliati con la conseguenza inevitabile che, in diverse zone della regione, assicurare i Livelli essenziali di assistenza non è così facile e, secondo alcuni, impossibile.

Ad aggravare una situazione già di per sé complicata ci sono due fattori piuttosto curiosi: la neogovernatrice Jole Santelli ancora non termina di formare la sua giunta che di fatto, in questo momento, non c’è; la commissaria dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, uno dei poli sanitari più importanti della regione, è milanese e continua – a leggere alcuni giornali e a sentire le dichiarazioni di alcuni esponenti del Movimento cinque stelle – a viaggiare tra Lombardia e Calabria. Non il massimo in periodo di Covid-19. Ma andiamo con ordine. Tutti pensavano che dopo la nomina di Ultimo, al secolo Sergio De Caprio, quale assessore all’Ambiente ci sarebbe stato un cambio di marcia da parte della Santelli.

Qualcuno ci aveva pure creduto dopo la nomina dell’astrofisica Sandra Savaglio come assessore all’Istruzione. Peccato che dopo si sia tutto fermato con l’aggravante che, ad oggi, la Santelli resta anche in posizione di incompatibilità non essendosi ancora dimessa dal Parlamento. “È assurdo che non ci sia una regia politica e che, proprio adesso, nella coalizione vincitrice delle Regionali dello scorso 26 gennaio litighino per poltrone e tornaconti di palazzo – spiega a La Notizia il deputato M5S Francesco Sapia, che sul punto sta conducendo da giorni battaglia – Il fatto che in questa emergenza manchi la giunta regionale la dice lunga sull’irresponsabilità nel centrodestra. Siamo in un momento in cui serve unità e collaborazione, prontezza nelle decisioni e coordinamento”.

AVANTI E INDIETRO. Come detto, però, a spiccare è anche un altro piccolo dettaglio. Come denunciato dallo stesso Sapia alcuni giorni fa, la commissaria dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, Giuseppina Panizzoli, tornata dalla Lombardia non si sarebbe sottoposta alla quarantena obbligatoria. La stessa commissaria ha presto chiarito che al tampone cui è sottoposta, è risultata negativa. Ma è proprio per questa ragione che, in realtà, secondo i Cinque stelle sarebbe dovuta scattare la quarantena: “Non abbiamo chiesto noi alla Panizzoli di mettersi in quarantena – spiega non a caso Sapia – Si tratta, invece, di un preciso obbligo, stabilito dall’ordinanza numero 3/2020 della governatrice regionale, Jole Santelli. In sostanza la Panizzoli ha ammesso, dichiarando d’aver fatto un tampone successivamente al suo ultimo arrivo in Calabria, quando già vigeva l’ordinanza della Santelli, di non essersi sottoposta alla quarantena”.

Cosa che, invece, sarebbe stata opportuna, anche per un’altra ragione: “La commissaria dell’Azienda ospedaliera di Cosenza va e viene da Bergamo, secondo quanto riportato dalla stampa regionale. Intanto, all’ospedale di Cosenza mancano direttive per l’assistenza sanitaria in questa fase e per prevenire i contagi del personale e degli altri pazienti. All’ospedale di Reggio Calabria, invece, esiste un piano specifico, predisposto da una commissaria calabrese, che potrebbe essere preso come modello da tutti e le altre aziende del Servizio sanitario regionale”, attacca ancora Sapia.

L’EMERGENZA. Basta questo quadro per capire che in realtà l’emergenza coronavirus in Calabria già c’è e potrebbe solo peggiorare. “Speriamo che non ci sia un’impennata dei contagi. La Calabria non è pronta ad affrontare l’emergenza in atto, perché manca una cabina di regia politico-istituzionale in Regione, perché la struttura commissariale continua ad essere diretta da burocrati dei ministeri della Salute e dell’Economia, perché mancano almeno 100 rianimatori e ci sono soltanto 101 posti di terapia intensiva, che non potranno essere aumentati in tempi molto rapidi. Questa emergenza dovrebbe suggerire di rivedere completamente, e in tutta Italia, la questione delle assunzioni”, conclude ancora Sapia.