Nel mondo una persona su quattro in condizione di sfruttamento o schiavitù moderna è minorenne, in tutto 12,3 milioni di ragazzi e ragazze, bambine e bambini. La maggior parte dei minorenni, circa 9 milioni, è coinvolta in matrimoni forzati, sfruttamento sessuale per 1,6 milioni, sfruttamento lavorativo o in attività illecite 1,3 milioni e lavori forzati imposti dalle autorità statali per 320.000.
Un fenomeno sempre più complesso che non risparmia neanche Europa e Italia. Lo dice la XV edizione del Dossier Piccoli Schiavi Invisibili di Save the Children, diffuso come ogni anno dall’organizzazione che difende i bambini e le bambine nel mondo in occasione della Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani, che si celebra il 30 luglio.
Quest’anno il dossier ha dedicato attenzione al ruolo delle tecnologie digitali, che stanno trasformando in modo radicale le modalità di adescamento, controllo e sfruttamento dei minori. Negli ultimi anni, il fenomeno della tratta e dello sfruttamento è stato alimentato da crisi globali, instabilità economica, i conflitti armati, le migrazioni forzate, i disastri ambientali e l’acuirsi delle disuguaglianze economico-sociali. Per quanto riguarda la tratta, nel 2022 più di una vittima su 3 era minorenne (il 38% del totale delle 68.836 persone coinvolte per cui è stata rilevata l’età, cioè oltre 26mila bambini e adolescenti). Dati, seppur sottostimati, che indicano un aumento del 31% rispetto al 2019.
Save the Children lancia l’allarme: nel mondo 1 persona su 4 vittima di sfruttamento è minorenne
Anche le crisi migratorie rendono molti minori estremamente vulnerabili. Le ragazze rappresentano il 57% delle vittime minorenni rilevate a livello globale e nel 60% dei casi il loro sfruttamento è di tipo sessuale. I ragazzi, al contrario, risultano maggiormente coinvolti in situazioni di lavoro forzato (45%). I Paesi dell’America Centrale e dei Caraibi si presentano come quelli con la più alta incidenza di vittime minorenni: più di 3 vittime su 5, tra quelle rilevate, sono sotto i 18 anni (67%). Seguono l’Africa Sub-Sahariana e i Paesi del Nord Africa con, rispettivamente, il 61% e il 60% dei minori tra le vittime di tratta.
In Europa nel 2023 le vittime minorenni di tratta costituiscono il 12,6%, pari a 1.358 bambine, bambini e adolescenti, per lo più identificate in Francia (29,4%), Germania (17,7%) e Romania (16,3%)8, sfruttate nel 70% dei casi a fini sessuali, mentre il restante 30% è impiegato in lavoro forzato (13%) o in altre forme come l’accattonaggio forzato o attività criminali forzate (17%) come rapine, borseggi o spaccio di sostanze stupefacenti 9.
Il dossier sottolinea che, nel periodo 2021-2022, l’81% delle vittime di tratta minorenni (2.401) in Europa era rappresentato da cittadini dell’UE e l’88% di essi (2.120) è stato sfruttato nello Stato membro di appartenenza.
Il rapporto nel dettaglio
Generalmente, i trafficanti cercano di adescare minori che provengono da contesti sociali e familiari fragili, che vivono in condizioni di povertà e in alcuni casi soffrono di disturbi psicologici. In Italia, “la tratta e lo sfruttamento dei minori rappresentano una realtà sommersa, che coinvolge sia flussi migratori internazionali – il Paese si conferma crocevia di transito e destinazione di minori vittime di tratta – sia contesti interni di vulnerabilità sociale”, secondo il rapporto di Save the Children.
Le vittime sono spesso coinvolte in forme multiple di sfruttamento: sessuale, lavorativo, forzato in ambito domestico, fino al coinvolgimento in attività criminali forzate o accattonaggio coatto. Un fenomeno in crescita è quello dell’e-trafficking, caratterizzato dall’uso sistematico di piattaforme online, social network, app di messaggistica e strumenti digitali, che consente di abbattere le barriere geografiche, rendere più rapidi ed efficienti i processi di tratta e sfruttamento e ridurre i rischi per gli sfruttatori.
Questa modalità permette di raggiungere un numero molto più ampio di potenziali vittime, di agire in modo anonimo e di rendere più difficile l’individuazione e il contrasto da parte delle autorità. I social diventano strumenti di controllo, e l’età delle vittime si abbassa sempre più: oggi si registrano casi già a partire dai 9 anni. Nuove frontiere sono la “gamification” dello sfruttamento e l’uso di intelligenza artificiale.
La ricerca ha rilevato unauna maggiore vulnerabilità dei minori online, per una scarsa percezione del rischio, bassa alfabetizzazione digitale, l’isolamento sociale e la mancanza di supervisione adulta, una maggiore difficoltà investigativa e giudiziaria.
La richiesta per limitare il fenomeno
Save the Children chiede interventi urgenti per identificare e proteggere i minori vittime di tratta e sfruttamento, attraverso un sistema coordinato tra istituzioni e società civile. Secondo l’organizzazione serve un supporto personalizzato, con accoglienza, assistenza psicologica, medica e legale, basato su un approccio attento a età e genere.
È fondamentale formare gli operatori sulle nuove forme di sfruttamento online, inclusi i rischi legati all’uso dell’intelligenza artificiale. L’Organizzazione sollecita anche una cooperazione rafforzata tra forze di polizia ed enti di protezione a livello europeo, e investimenti in ricerca per prevenire fenomeni emergenti e sviluppare politiche efficaci.
I progetti
Fra i progetti di Save the Children già in campo da anni per il contrasto alla tratta e allo sfruttamento c’è Vie d’Uscita, promosso dal 2012 in collaborazione con enti anti tratta locali, ha l’obiettivo di supportate l’identificazione e l’emersione di minori e neomaggiorenni vittime di tratta e sfruttamento. Nel corso del 2024 ha raggiunto 718 beneficiari, di cui 131 minori. Il progetto Nuovi Percorsi si occupa di sostenere, in tutta Italia, i minori e le mamme sopravvissute alla tratta e allo sfruttamento, al fine di garantire la reintegrazione delle donne, la crescita sana dei minori e l’autonomia dell’intero nucleo. Dal 2021 ha supportato 1.348 beneficiari.
Nel 2022 sono stati avviati il progetto Sportello Nuovi Percorsi Roma, con la finalità di aiutare nuclei composti da giovani mamme e minori che si trovano in una condizione di forte vulnerabilità, incluse persone esposte al rischio di tratta o sfruttamento, che fino al primo semestre del 2025 ha sostenuto un totale di 1.596 persone.
Il progetto Liberi dall’Invisibilità, volto a proteggere minori e adulti che vivono nella zona agricola della Fascia Trasformata, nella provincia di Ragusa, in partenariato con l’Associazione “I tetti colorati” e con “Caritas Diocesana di Ragusa”, che fino a giugno 2025 ha coinvolto complessivamente 515 persone attraverso percorsi personalizzati di empowerment, supporto scolastico e accompagnamento sociale, di cui 296 minori.
Infine, da aprile 2023 a marzo 2025, Save the Children ha implementato il progetto transnazionale E.V.A., insieme a partner di Francia e Spagna con l’obiettivo di identificare, nelle zone di transito di Ventimiglia, Irun e nelle città di Parigi e Nimes, vittime di tratta e sfruttamento, che ha permesso di intercettare 995 potenziali vittime di tratta nei 3 Paesi, di cui 416 solo in Italia.