Un doppio schiaffo. Il Tar del Lazio smonta in pochi minuti due volte il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. Lo fa in primis sulla precettazione dello sciopero del 13 dicembre, già bocciata prima della mobilitazione, spiegando le motivazioni per cui Salvini non poteva precettare. E poi dando torto al ministro anche sugli Ncc e sul foglio di servizio elettronico per il noleggio con conducente. Un film già visto, quello sulla precettazione.
Per due anni di seguito l’iniziativa di Salvini, che voleva ridurre la protesta da 24 a 4 ore, è stata bocciata. Il ministro è andato allo scontro con i sindacati, che hanno presentato ricorso. Poi accolto perché – come emerge dalle motivazioni della sentenza – quello sciopero non aveva alcuna urgenza di precettazione.
Salvini bocciato dal Tar: non poteva precettare lo sciopero del 13 dicembre
Il Tar aveva accolto già a dicembre il ricorso dell’Usb contro la riduzione a 4 ore e adesso i giudici amministrativi spiegano che l’autorità politica avrebbe potuto precettare solamente in caso di profili di necessità e urgenza sulla base di presupposti diversi intervenuti dopo la valutazione della commissione di garanzia. E così non è stato, evidentemente. Il 10 dicembre il ministro dei Trasporti aveva firmato la riduzione dello sciopero dei trasporti di venerdì 13 dicembre, indetto dal sindacato di base, a quattro ore, ritenendo “inammissibile” una mobilitazione di 24 ore a dieci giorni dal Natale.
Il Tar ha subito annullato l’ordinanza del Mit, diversamente da quanto successo un anno prima. Nel 2023, infatti, Salvini aveva precettato, riducendolo, lo sciopero del 15 dicembre dell’Usb, con le stesse motivazioni. Anche quella volta il sindacato aveva visto accogliere il ricorso, ma solamente qualche mese dopo. Stavolta, invece, la bocciatura della precettazione è arrivata subito, in tempo per confermare la protesta.
L’altra sberla del Tar: bocciato anche il decreto Ncc
All’ennesima giornata no di Salvini partecipa anche un’altra decisione del Tar del Lazio, che ha sospeso l’efficacia di una parte rilevante del decreto del ministero dei Trasporti (di fine ottobre scorso) con la quale viene disciplinato il foglio di servizio elettronico per lo svolgimento del servizio di noleggio con conducente. I giudici hanno accolto parzialmente le richieste dell’Associazione imprenditori mobilità sostenibile, ritenendo che il ministero, con questo decreto, non si sia limitato a stabilire le specifiche sull’obbligo di compilazione e tenuta del foglio di servizio, ma “abbia anche indebitamente introdotto disposizioni tese, in sostanza, a regolare le concrete modalità di organizzazione e svolgimento dell’attività di noleggio con conducente”. Il decreto, emanato di concerto con il ministero dell’Interno, avrebbe introdotto “vincoli e limitazioni” per gli operatori Ncc ritenuti “non ragionevoli e proporzionati”. Motivo per cui il Tar ha sospeso alcuni articoli specifici del decreto.
Tra i punti sospesi c’è quello relativo all’attivazione delle credenziali di accesso “esclusivamente su un unico dispositivo”, una limitazione che ostacolerebbe “il corretto svolgimento dell’attività di impresa”, considerando che in caso di danneggiamento dell’unico dispositivo sarebbe impossibile per gli operatori “rispettare le prescrizioni”, rischiando così di dover interrompere il servizio. Viene sospeso anche l’articolo che prevede che la partenza “coincida con l’arrivo del servizio precedente al quale è collegato, che deve essere svolto nella stessa data del servizio di riferimento”. Una previsione ritenuta come una “indebita reintroduzione dell’obbligo di rientrare in rimessa al termine di ogni servizio, già dichiarato illegittimo dalla Corte costituzionale”. E così anche Forza Italia si schiera contro Salvini, annunciando che presenterà un emendamento al decreto Milleproroghe per rinviare l’applicazione delle nuove norme.