Dopo una relativa calma e malgrado l’incombere dell’inverno, per l’Italia si prospettano settimane calde sul fronte del lavoro. Dopo le pesanti critiche nei confronti della Manovra mosse da più parti, i sindacati hanno indetto due grandi agitazioni nazionali che si terranno tra fine novembre e inizio dicembre. Manifestazioni di piazza, in cui è probabile sarà altissima la partecipazione, che inevitabilmente avranno un forte impatto sui trasporti, sui servizi pubblici e sulle attività aziendali che potrebbero funzionare a singhiozzo.
Ma quali sono i tre elementi chiave che ogni cittadino e ogni azienda farebbero bene a conoscere per gestire al meglio queste giornate di passione? Questa è la domanda a cui cercheremo di dare risposta in questo articolo.
Quali sono le date e chi le ha indette
Per prima cosa è opportuno conoscere il calendario delle agitazioni fin qui ufficializzate. Il primo appuntamento è previsto per venerdì 28 novembre 2025, indetto dal sindacato Unione Sindacale di Base (USB) insieme ad altre sigle autonome, quando i lavoratori incroceranno le braccia “contro la manovra di guerra” del governo di Giorgia Meloni e anche per chiedere più fondi per salari, pensioni e sanità.
La seconda giornata di sciopero è stata proclamata dalla CGIL e si dovrebbe tenere venerdì 12 dicembre 2025. Questo appuntamento coinvolgerà tutti i settori del Paese, tanto quelli pubblici, quanto quelli privati. Anche qui la motivazione alla base della mobilitazione è la necessità di “contestare la legge di bilancio 2026”, in quanto la sigla sindacale non esita a definirla “ingiusta” e “sbagliata”.
Quali saranno gli effetti per cittadini e imprese?
Ma in che modo queste due giornate impatteranno su cittadini e imprese? Proviamo a capirlo insieme:
Per i cittadini e soprattutto per i pendolari:
- In giornate come queste, è molto probabile che i trasporti pubblici (bus, metro, treni) subiscano ritardi, cancellazioni o riduzioni di orario. Per esempio, le sigle coinvolte hanno già fatto riferimento a “blocchi” in settori strategici. Inoltre, con tanti lavoratori che saranno costretti a usare la loro macchina, è inevitabile l’aumento del traffico cittadino
- I servizi essenziali (scuola, sanità, pubblica amministrazione) potrebbero essere garantiti solo parzialmente, per via delle fasce di garanzia stabilite dalla legge sugli scioperi nei servizi pubblici. È utile verificare con il proprio comune o ente
- In caso di emergenza o urgenza, potrebbero esserci difficoltà aggiuntive: pianificare spostamenti, tempi di consegna e accesso a uffici
Insomma questi sono tutti elementi che devono essere presi in considerazione per tempo, così da organizzarsi al meglio ed evitare i maggiori disagi.
Per le imprese / datori di lavoro:
- È consigliabile verificare subito i settori più a rischio (logistica, trasporti, produzione, servizi al pubblico) e predisporre un piano di contingenza: magari turni alternativi, lavoro da remoto, scorte
- Se l’azienda opera su scala nazionale o ha filiali in zone metropolitane, è bene comunicare preventivamente con i dipendenti per evitare assenze non programmate o disservizi
- Dal punto di vista legale e organizzativo: lo sciopero è un diritto, ma anche un rischio operativo. L’azienda deve rispettare le fasce minime garantite (in caso di pubblico servizio), e valutare se ha senso predisporre un accordo interno o modalità alternative nei giorni indicati
Cosa cambia rispetto al passato e perché è strategico prepararsi
Quel che è certo è che le due giornate di sciopero presentano alcune novità rispetto a quelle organizzate nel recente passato. Ecco quali:
- Diversificazione delle sigle: Non è più solo la CGIL al centro dell’azione sindacale. L’USB e altri sindacati di base hanno promosso uno sciopero separato dal 28 novembre. Questa frammentazione può aumentare il rischio di disagi in giorni diversi e senza un arco unitario condiviso
- Contesto politico-economico teso: Le agitazioni sono inserite in un contesto di critica alla legge di bilancio 2026, a temi come riduzione dei salari reali, aumento della spesa per la difesa, tagli ai servizi pubblici.