Sciopero della Cgil il 12 dicembre. E Meloni sbeffeggia chi lavora

La Cgil proclama per il 12 dicembre lo sciopero contro la Manovra e il governo prende in giro i lavoratori che perdono una giornata di salario

Sciopero della Cgil il 12 dicembre. E Meloni sbeffeggia chi lavora

Un governo allergico ai controlli e intollerante verso contestazioni e scioperi. Che siano questi per manifestare solidarietà al popolo di Gaza o per protestare contro una Manovra ingiusta e inadeguata che favorisce i ricchi e gli evasori e che distribuisce briciole ai più fragili. Come peraltro hanno certificato in Parlamento la Corte dei Conti, l’Istat, l’Ufficio parlamentare di bilancio e la Banca d’Italia. Così la reazione del governo in generale, e della premier in particolare, alla decisione della Cgil di proclamare lo sciopero generale per il 12 dicembre è stata ironica e sprezzante.

L’ironia di Meloni e Salvini contro lo sciopero della Cgil

“Nuovo sciopero generale della Cgil contro il Governo annunciato dal segretario generale Maurizio Landini. In quale giorno della settimana cadrà il 12 dicembre?”, ha detto Giorgia Meloni. Il riferimento, ironico, è al fatto che lo sciopero sarà di venerdì. Tema su cui Meloni ha già polemizzato in passato, come in occasione della mobilitazione per la Flotilla del 3 ottobre, in merito al quale aveva parlato di “weekend lungo”.

Stesso parere di Matteo Salvini, che in passato ha usato lo strumento della precettazione per tentare di piegare i lavoratori. “La Cgil annuncia lo sciopero generale il 12 dicembre. E chissà come mai, proprio di venerdì… Invitiamo Landini, per una volta, a rinunciare al weekend lungo e organizzare lo sciopero in un altro giorno della settimana”, ha detto il ministro leghista.

Perché lo sciopero di venerdì

Va però detto che lo sciopero di venerdì non è ovviamente legato ai motivi citati da Meloni e Salvini. Si tratta di una prassi sindacale, consolidata negli anni e che nulla ha a che fare con questo governo, dettata da diverse ragioni. La prima, e principale, è quella di creare più disagi, essendo il venerdì una giornata di forte traffico. Ovviamente gli scioperi vengono indetti proprio con questo scopo, altrimenti avrebbero un impatto e una risonanza minimi. Inoltre è possibile che nella giornata del venerdì l’adesione allo sciopero sia maggiore, facilitando per esempio gli spostamenti verso le grandi città in cui si tengono le manifestazioni, avendo poi i lavoratori la possibilità di riposare il giorno successivo e tornare nelle loro città d’origine.

La replica di Landini

“Se vogliono hanno la possibilità anche che lo sciopero non ci sia, cambino loro la manovra”, ha replicato Maurizio Landini, segretario generale della Cgil. “Meloni e Salvini non sanno di quello che parlano. Chi sciopera rinuncia a una giornata di lavoro. Dovrebbero avere rispetto. Quelle persone pagano le tasse e quindi anche il loro stipendio”, ha incalzato Landini.

E ancora: “Se in Italia lo sciopero è un diritto sancito dalla Costituzione è perché prima della democrazia, quando c’era il fascismo e la dittatura, i primi atti sono stati quelli di cancellare e impedire il diritto di sciopero”.

Chi rievoca il fascismo è il professor Tomaso Montanari. Giorgia Meloni parla del sindacato come faceva Benito Mussolini, ha sostenuto il professore fiorentino. Secondo cui “il continuo attacco al sindacato e al diritto di sciopero va preso non come uno sfogo, ma come un progetto lucido”, “del resto l’assalto fascista alla sede della Cgil, il 9 ottobre 2021, lo aveva reso chiaro: tutto questo fa parte di un unico progetto eversivo, distruggere la Repubblica democratica e parlamentare fondata sul lavoro, distruggere la Costituzione che ha una colpa per questi signori, essere antifascista dalla prima all’ultima parola”.

Un’ultima considerazione da fare. I parlamentari, senza perdere peraltro giornate di stipendio, lavorano appena due-tre giorni a settimana. “Cara Giorgia Meloni, mi sa che c’era Giuseppe Conte come Presidente del Consiglio l’ultima volta che i tuoi parlamentari sono venuti a lavorare alla Camera anche di venerdì. Sono ormai mesi che la settimana lavorativa va dal martedì pomeriggio al mercoledì sera. Il resto del tempo è tutto spento, vuoto”, ha argomentato il deputato 5S, Francesco Silvestri.