Scoppia il caso degli audio di Berlusconi sull’Ucraina

Conte si scaglia contro gli audio di Berlusconi sulla guerra in Ucraina e considera inaccettabile che FI scelga il ministro degli Esteri.

In Italia, è scoppiato il caso degli audio controversi di Silvio Berlusconi sulla guerra in Ucraina che si è rapidamente allargato a macchia d’olio valicando i confini nazionali e generando una bufera di portata internazionale. Mentre le polemiche infuriano dentro e fuori dal Paese, il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte è stato uno dei primi a esprimere contrarietà per le posizioni del leader di Forza Italia. L’ex premier, infatti, reputa inaccettabile che il partito del Cav indichi il ministro degli Esteri e si propone di sottoporre la questione al presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante le consultazioni.

Scoppia il caso degli audio di Berlusconi sulla guerra in Ucraina

Le Camere del nuovo Parlamento si sono riunite per la prima volta giovedì 13 ottobre. E in una settimana appena di legislatura il Cavaliere non ne ha indovinata una. Il ritorno al Senato di Berlusconi si è contraddistinto per una serie di “incidenti di percorso” che hanno trasformato il leader di FI in una figura fortemente divisiva all’interno della maggioranza di Centrodestra. Prima l’elezione di Ignazio La Russa a Palazzo Madama senza i voti dei senatori forzisti e le polemiche per ottenere un ministero per la sua fedelissima Licia Ronzulli, poi la sfilza di aggettivi poco lusinghieri usati per descrivere il comportamento di Giorgia Meloni. Infine, gli audio sull’amicizia con Putin e su una versione molto alternativa delle cause che hanno portato allo scoppio della guerra in Ucraina.

Le parole di Silvio Berlusconi hanno alzato un polverone di proporzioni mastodontiche e, nella serata di mercoledì 19 ottobre, i leader dell’opposizione e non solo si sono scagliati contro quanto affermato dal fondatore di Forza Italia.

Conte reputa inaccettabile che Forza Italia indichi il ministro degli Esteri: “Sottoporremo la questione a Mattarella”

In particolare, il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, è stato intercettato dai giornalisti mentre lasciava la sede del partito. Visibilmente contrariato, l’ex premier ha commentato l’audio del Cav, asserendo: “Alla luce delle ultime e più complete dichiarazioni del presidente Berlusconi sul conflitto russo-ucraino, emerge una chiara e articolata linea di politica estera, del tutto inaccettabile per il nostro Paese, perché pone in discussione la premessa fondamentale che l’Italia non può discutere, e cioè che questa aggressione militare russa sia ingiustificata. Si pone un problema per il nostro Paese. Non credo che possa essere accettato che Forza Italia esprima un ministro degli Esteri. È un problema serio per la credibilità e l’immagine del nostro Paese anche all’estero. Una questione politica seria che porremo con chiarezza presidente Mattarella nel corso delle consultazioni”.

L’opposizione insorge contro il Cav: le critiche del Centrosinistra

A fare eco a Conte, il segretario del Partito Democratico Enrico Letta. “Le dichiarazioni di Berlusconi sono gravissime, incompatibili con il posizionamento dell’Italia e dell’Europa. Sono parole che pongono il nostro Paese fuori dalle scelte europee e occidentali e che minano alla base la credibilità del possibile nuovo esecutivo. Ogni governo che nasce in Europa oggi deve scegliere se stare con Putin o stare con l’Ucraina e con l’Unione Europa. Il governo Meloni sta nascendo sotto il segno della peggiore ambiguità”.

L’infelice intervento del Cavaliere è stato commentato anche dal suo ex nemico storico nonché ex premier ed ex presidente della Commissione europea Romano Prodi. “Le parole di Berlusconi sono incommentabili. Sono solo rattristato”, ha detto.

Calenda e Della Vedova contro l’audio di Berlusconi

Parole dure anche dal Quarto Polo. Il leader di Azione, Carlo Calenda, ha chiosato l’ennesimo irriverente audio dell’avversario politico, asserendo: “Le parole di Berlusconi confermano che Forza Italia è un partito inaffidabile e chiaramente schierato con la Russia. Il PPE dovrebbe prendere posizione e Antonio Tajani non dovrebbe diventare Ministro degli Esteri. Meloni non ha una maggioranza con cui poter governare”.

Il segretario di +Europa, Benedetto Della Vedova, invece, ha affermato: “Le parole di Berlusconi ripropongono una lucida e reiterata difesa di Putin, i cui missili e droni continuano ad uccidere incolpevoli civili ucraini, e l’attacco politico all’Ucraina e Zelensky. Una posizione opposta a quella dell’Italia di Draghi e dell’Unione europea. Una posizione salutata dagli applausi degli eletti che rappresentano una quota decisiva dei voti della maggioranza di Giorgia Meloni. È un fatto politico, non personale: il nuovo governo nascerà o nascerebbe senza una linea comune su ciò che oggi è essenziale, la politica estera e la posizione nei confronti dell’aggressione russa all’Ucraina”.

Ronzulli e Cattaneo sulla diffusione degli audio. Tajani a rischio alla Farnesina?

Le parole di Berlusconi non sono state riprese soltanto dall’opposizione ma sono state commentate anche dalla premier in pectore Giorgia Meloni e da alcuni esponenti di Forza Italia, come la senatrice Licia Ronzulli.

In particolare, la capogruppo di FI a Palazzo Madama, rimasta a mani vuote dopo aver sperato nell’assegnazione di un ministero, è corsa in difesa del Cav e ha tuonato: “Criminale che sia stato fatto uscire l’audio di Berlusconi”.

Il capogruppo forzista alla Camera, Alessandro Cattaneo, invece, ha criticato con indignazione “chi si è macchiato della responsabilità di mandare fuori audio decontestualizzati del presidente Berlusconi”. E ha aggiunto: “Ha superato il limite della decenza e del decoro. Non rende onore a un partito come Forza Italia o di lavorare per esso. Prenderemo le misure necessarie perché un episodio del genere non si verifichi mai più. Gli audio – come le intercettazioni – si prestano, al di fuori dei discorsi nei quali erano inseriti, a ogni possibile strumentalizzazione che, a maggior ragione in questo caso, non risponde alla storia innegabilmente atlantista ed europeista di Forza Italia. I fatti parlano chiaro: gli aiuti economici che abbiamo inviato all’Ucraina, il nostro favore all’invio di armi e all’applicazione delle sanzioni. Il no all’invasione russa è stato declinato in mille modi”.

Intanto, a pagare le conseguenze delle affermazioni del Cav potrebbe essere il ministro degli Esteri in pectore e coordinatore nazionale di FI Antonio Tajani. Il fedelissimo di Berlusconi, infatti, potrebbe essere costretto a rinunciare alla Farnesina dopo le posizioni controverse espresse dal leader del partito.

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