Nella maggior parte delle scuole si lavora nel caos. Per i presidi il servizio è completamente snaturato. Giannelli: “Un’emergenza non può tramutarsi in un cronico stravolgimento delle regole”

Per il presidente dell'Associazione dei presidi, Antonello Giannelli, nella maggior parte delle scuole si lavora nel caos.

“Mentre la politica, è concentrata solo sull’appuntamento, di cui non disconosciamo la rilevanza, dell’elezione del prossimo presidente della Repubblica, nella maggior parte delle scuole si lavora nel caos perché il servizio, completamente snaturato, deve supplire alle carenze di quello sanitario territoriale”. È quanto ha detto il presidente Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, sottolineando che “i dirigenti e i loro collaboratori non riescono più a occuparsi di questioni scolastiche ma esclusivamente di problemi sanitari e parasanitari”.

“In un momento in cui sempre più alunni e studenti – ha aggiunto Giannelli -, colpiti dalla pandemia, avrebbero bisogno di particolari attenzione e cure. Un chiaro esempio di questa difficoltà è il fatto che la proposta di organizzazione dei licei quadriennali sembra aver riscosso un successo minore rispetto alle attese. I dirigenti sono sottoposti a una pressione psicologica senza precedenti anche da parte dei genitori che chiedono loro conto della farraginosità della procedura e dell’inerzia delle Asl. Genitori che, nella maggior parte dei casi, sarebbero impossibilitati a lavorare se la scuola non ammettesse i loro figli alle lezioni in presenza. Con le conseguenze che possiamo immaginare sul piano sociale ed economico”.

Dunque, conclude Giannelli, “il principio secondo cui l’emergenza non conosce regole è valido, ma un’emergenza perdurante da due anni non può tramutarsi in un cronico stravolgimento delle regole. Chi, come noi, è in trincea è a disposizione per contribuire alla semplificazione del protocollo di gestione dei casi di positività in classe. Innumerevoli volte ne abbiamo reiterato la richiesta senza ottenere risposte”.

Dall’archivio: Il ritorno a scuola è un successo. Ma solo per Bianchi. I presidi tornano ad attaccare il ministero. Chiede le Ffp2 ma invia solo prodotti inadatti. Secondo una prima stima il 50% delle classi è in Dad.