Scuole italiane, allarme Legambiente: nel 2024 solo il 47% ha il certificato di agibilità

Scuole italiane, allarme Legambiente: nel 2024 solo il 47% ha il certificato di agibilità

Scuole italiane, allarme Legambiente: nel 2024 solo il 47% ha il certificato di agibilità

La scuola italiana resta fragile, segnata da carenze strutturali e forti disuguaglianze territoriali. È quanto emerge dal XXV rapporto nazionale Ecosistema Scuola di Legambiente, diffuso in concomitanza con l’inizio del nuovo anno scolastico. L’indagine, condotta su 97 comuni capoluogo e 7.063 edifici di loro competenza, mette in luce dati preoccupanti: nel 2024 solo il 47% delle scuole dispone del certificato di agibilità, appena il 45% ha il collaudo statico e meno del 15% degli edifici in area sismica è stato progettato o adeguato secondo le normative antisismiche.

A mancare è soprattutto la prevenzione. Il 54,8% delle strutture non ha mai beneficiato di verifiche di vulnerabilità sismica, mentre solo il 31,2% ha avuto indagini diagnostiche sui solai negli ultimi cinque anni. Ancora più ridotta la percentuale di scuole in cui si è intervenuti concretamente sulla messa in sicurezza dei solai: appena il 10,9%.

Disuguaglianze territoriali e servizi insufficienti

Il report evidenzia forti disparità tra Nord e Sud. Gli interventi sui solai hanno riguardato il 17% delle scuole del Mezzogiorno, contro il 9,2% del Nord e il 7,7% del Centro. Anche i servizi scolastici risultano disomogenei: il tempo pieno è attivo nel 38% delle classi ma scende al 16,8% nelle Isole; il servizio mensa è garantito nel 73,7% degli edifici, ma crolla al 38,8% nelle regioni insulari.

Sul fronte della sostenibilità, solo il 16% degli edifici ha beneficiato di interventi di efficientamento energetico e appena il 6,5% delle strutture con certificazione energetica risulta in classe A. L’adozione di impianti da fonti rinnovabili resta marginale (21%), con punte minime nelle Isole (10,8%).

Fondi in calo e programmazione frammentata

Le criticità sono aggravate da risorse economiche giudicate insufficienti e frammentarie. Nel 2024 la spesa media per la manutenzione straordinaria è scesa a 39.648 euro per edificio, in calo rispetto alla media degli ultimi cinque anni (43.563 euro). Quella effettiva si è fermata a 29.061 euro, con forti divari: il Nord ha investito circa 41.700 euro per edificio, contro i poco più di 5.000 euro del Sud e delle Isole. Ancora più ridotta la spesa per la manutenzione ordinaria, ferma a 8.338 euro per edificio.

“Per garantire edifici sicuri e adeguati ai bisogni educativi servono investimenti regolari e consistenti”, ha dichiarato Claudia Cappelletti, responsabile nazionale scuola di Legambiente, sottolineando come i fondi attuali restino “frammentati e dispersivi, ostacolando la pianificazione strategica”.

L’appello al Governo: otto proposte per il futuro

Accanto alla fotografia del presente, Legambiente traccia un bilancio degli ultimi 25 anni, evidenziando una mancanza di continuità nella manutenzione straordinaria e un andamento irregolare degli interventi urgenti.

Per invertire la rotta, l’associazione ambientalista avanza otto proposte al Governo: dal potenziamento dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica a un piano strutturale di riqualificazione, passando per il completamento delle verifiche antisismiche e un programma nazionale di efficientamento energetico. Obiettivo: garantire a studenti e docenti scuole sicure, sostenibili e inclusive.