Segnali di allerta nell’ultimo report dell’Iss. In aumento il numero di focolai attivi. L’età media dei contagiati scende a 30 anni. La maggior parte dei casi non è di importazione

Il report settimanale della cabina delle regia regionale dell’Istituto superiore della Sanità, conferma – nel periodo 10-16 agosto – “un aumento nei nuovi casi segnalati in Italia per la terza settimana consecutiva”. “La maggior parte dei casi – si legge nel report – è stata contratta sul territorio nazionale (risultano importati da stato estero il 28,3% dei nuovi casi diagnosticati nella settimana di monitoraggio)”.

E ancora: “L’età mediana dei casi diagnosticati nell’ultima settimana è di 30 anni. La circolazione avviene oggi con maggiore frequenza nelle fasce di età più giovani, in un contesto di avanzata riapertura delle attività commerciali (inclusi luoghi di aggregazione) e di aumentata mobilità. Si riscontra un cambiamento nelle dinamiche di trasmissione (con emergenza di casi e focolai associati ad attività ricreative sia sul territorio nazionale che all’estero) ed una minore gravità clinica dei casi diagnosticati che, nella maggior parte dei casi, sono asintomatici”.

L’indice di trasmissione nazionale (Rt), calcolato sui casi sintomatici e riferito al periodo 30 luglio–12 agosto, “è pari a 0.83 (0.67 – 1.06)”. “Questo – si legge ancora nel report – indica che, al netto dei casi asintomatici identificati attraverso attività di screening/tracciamento dei contatti e dei casi importati da stato estero (categorie non mutuamente esclusive), il numero di casi sintomatici diagnosticati nel nostro paese è stato sostanzialmente stazionario nelle scorse settimane”.

Nella stessa settimana, il 28,6% dei nuovi casi diagnosticati “è stato identificato tramite attività di screening, mentre il 34,0% nell’ambito di attività di contact tracing. I rimanenti casi sono stati identificati in quanto sintomatici (30,4%) o non è riportata la ragione dell’accertamento diagnostico (7,1%)”. Quindi, il 63% dei nuovi casi sono stati diagnosticati “grazie alla intensa attività di screening e indagine dei casi con identificazione e monitoraggio dei contatti stretti”.

Sono 9 le Regioni e le province autonomie che hanno riportato “un aumento nel numero di casi diagnosticati rispetto alla settimana precedente (flusso ISS) che non può essere attribuito unicamente ad un aumento di casi importati”. “Sebbene il numero di nuovi casi in molte Regioni rimane contenuto – riporta ancora il report -, in altre realtà regionali continuano ad essere segnalati un numero elevato di nuovi casi. Questo deve invitare alla cautela in quanto denota che in alcune parti del Paese la circolazione di SARS-CoV-2 è ancora rilevante. Sebbene sia segnalato, in alcune Regioni, un aumento nel numero di ospedalizzazioni, in nessuna delle Regioni/PPAA sono stati identificati segnali di sovraccarico dei servizi sanitari e i focolai presenti sono prontamente identificati ed indagati”.

I focolai attivi sono 1077, di cui 281 nuovi (la definizione adottata di focolaio prevede la individuazione di 2 o più casi positivi tra loro collegati), entrambi in aumento per la terza settimana consecutiva (nella precedente settimana di monitoraggio erano stati segnalati 925 focolai attivi di cui 225 nuovi). “Questo – riferisce lo stesso report settimanale della cabina di regia – comporta un forte impegno dei servizi territoriali nelle attività di ricerca dei contatti che si sta dimostrando efficace nel contenere la trasmissione locale del virus come dimostrato da valori di Rt inferiori a 1 nella maggior parte delle Regioni/PPAA”.

“L’Italia – conclude il monitoraggio – si trova in una fase epidemiologica di transizione con tendenza ad un progressivo peggioramento. Anche in questa settimana si rileva la trasmissione diffusa del virus su tutto il territorio nazionale che, quando si verificano condizioni favorevoli, provoca focolai anche di dimensioni rilevanti, spesso associati all’importazione di casi da Stati esteri e successiva trasmissione locale (anche al rientro dopo periodi di vacanza in Paesi a più elevata circolazione virale). Il numero di nuovi casi di infezione rimane nel complesso contenuto ma con una tendenza all’aumento da tre settimane”.

La situazione descritta nel report, relativa prevalentemente ad infezioni contratte nella fine di luglio 2020, “conferma la presenza di importanti segnali di allerta legati ad un aumento della trasmissione locale. Al momento i dati confermano l’opportunità di mantenere le misure di prevenzione e controllo già adottate dalle Regioni/PPAA e di mantenere alta l’attenzione alla preparazione di interventi in caso di evoluzione in ulteriore peggioramento.